Asics DynaFlyte e il senso delle ripetute

A nessuno piacciono le ripetute, ma se vogliamo evolvere nella corsa e non vogliamo rimanere runner Sapiens, sono necessarie. Spesso difficili da eseguire, sia fisicamente che psicologicamente, vanno affrontate con lo spirito giusto e soprattutto, come dice il coach, una alla volta, per non rischiare all’inizio di un allenamento di non riuscire a vedere la fine…

Comprendere il significato di ciò che non conosciamo, ci aiuta ad affrontarlo con meno paura e intraprendere un tipo di allenamento più faticoso, ci abitua mentalmente alla fatica e ad allenare la resilienza. Oltre che migliorare le nostre prestazioni di atleti.

Le ripetute sono frazioni di corsa più o meno brevi ma veloci, in genere sopra la soglia anaerobica, che si ripetono, alternandole a tempi di recupero. I tempi di recupero sono fondamentali, perché permettono di correre ad una velocità superiore a quella che si sostiene normalmente durante la corsa continua. Durante lo sforzo, quindi durante la ripetuta, vengono stimolati una serie di meccanismi fisiologici che devono essere mantenuti da un conseguente recupero ‘attivo’, cioè che mantiene tali condizioni. Per questo è importante che il tempo di recupero se ci si ferma, non sia troppo lungo o se si corre, non sia troppo lento.

Le ripetute possono essere brevi (dai 200 mt.) o lunghe (dai 1000 ai 3000/5000 mt.) a seconda di che tipo di gara si sta preparando, allenano i meccanismi anaerobici dell’organismo, la fase veloce abitua il fisico a pompare meglio il sangue e a metabolizzare l’ossigeno e a raggiungere livelli di acido lattico nei muscoli e di lattato nel sangue, paragonabili ai livelli che si raggiungono durante la fase intermedia o finale si una gara. Ma la corsa veloce abitua anche il corpo ad aumentare la falcata, all’allungamento e alla contrazione dei muscoli portati ad un livello superiore e migliora la postura. In generale la corsa diventa più performante e noi abituiamo il fisico in tutti i suoi aspetti, alla velocità.

Cosa non dobbiamo tralasciare?

Importante per la prevenzione degli infortuni è non aumentare eccessivamente il carico di lavoro tra un allenamento e l’altro, al massimo del 10%.

Altrettanto importante è che il vostro interval training sia dettato da un coach esperto, che vi conosce, conosce la vostra storia e la vostra psicologia e imposti quindi in modo adeguato le ripetute e soprattutto i tempi di recupero che sono da considerare altrettanto allenanti quanto la fase veloce.

E poi, mai sottovalutare la scarpa. E qui entrano in scena come vere regine le DynaFlyte, l’ultimo modello di Asics con le quali ho affrontato i miei ultimi interval training. Queste scarpe cushioning, pur garantendo l’ammortizzazione e il supporto del piede, sono molto leggere, ideali per runner leggeri che devono affrontare allenamenti a ritmo sostenuto e gare. Mantenere un’ammortizzazione efficace e, allo stesso tempo, ridurre il peso della scarpa, è una sfida determinante nel perfezionamento delle calzature da corsa e la DynaFlyte vince questa sfida e infrange la barriera dei 300g, diventando la scarpa running più leggera della gamma A2. DynaFlyte inoltre è la prima scarpa in cui il FlyteFoam è usato nella sua forma più pura, distribuito su tutta la lunghezza dell’intersuola progettata per garantire un’ammortizzazione leggera ed altamente funzionale. Una caratteristica che nelle fasi di corsa veloce si fa sentire, nell’assetto della rullata, nella tenuta del piede e nel ritorno di energia.

La DynaFlyte è stata disegnata e sviluppata presso l’Istitituto di Scienza dello Sport (ISS), il centro ASICS di ricerca e sviluppo a Kobe, Giappone. L’ISS, è il luogo in cui vengono curati ed analizzati tutti i dati ricevuti da amatori e professionisti negli ultimi 30 anni per favorire lo sviluppo dei prodotti. Grazie all’ISS, ASICS è in prima linea nella ricerca di innovazioni legate al mondo del running. L’approccio rigoroso verso lo sviluppo dei prodotti ha portato alla scoperta di questa tecnologia innovativa, il FlyteFoam.

 

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