Che cosa fantastica il fine settimana (per chi non lavora).
Sabato mattina io e Biagio D’Angelo (autore del libro Non ci resta che correre), abbiamo dato vita a un piccolo evento in occasione di Bookcity alla libreria Mondadori del Villaggio Barona : Scrivere con i piedi – come e perché correre può aiutare a far nascere delle storie. Anche d’amore. Dopo una corsetta di 6 km lungo i tratti più caratteristici del Naviglio Grande con un gruppo di runner, siamo tornati in libreria, ci siamo cambiati, abbiamo fatto colazione e infine abbiamo chiacchierato su alcuni aspetti della corsa e della città. E delle relazioni sentimentali legate al running. Cosa ne è venuto fuori? Una piacevole conversazione dove sono stati enfatizzati (e anche sdrammatizzati) i comportamenti dei runner amatoriali.
Se è vero che la corsa è spesso una terapia per cuori infranti o un po’ depressi, è anche vero che può creare dipendenza peggio dell’alcool. Difficile accendere l’amore in chi vive già ogni giorno la sua passione in modo unico e assoluto. Eppure il popolo dei runner è spesso fatto di cuori solitari, di persone che scelgono la corsa per mettere un bel punto e ricominciare un nuovo capitolo. La gente inizia a correre con la stessa facilità con cui inizia una nuova serie tv. Basta cinema, teatro, cena a lume di candela. La Milano da bere è diventata la Milano da correre. L’ora dello spritz si consuma sulla pista di atletica e nei parchi, che diventano le nuove scenografie di primi appuntamenti, vani tentativi di conquista, amori non corrisposti e passioni a ritmo gara.
In amore non ci sono regole, si sa. Ma i runner sono esseri umani particolari e qualche informazione è bene prenderla in considerazione.
Per lui: per alcune runner le dimensioni non contano. Puoi essere anche cugino di Rocco Siffredi ma se il tuo ritmo al chilometro è inferiore al suo, le speranze di combinare qualcosa si abbassando drasticamente.
Per lei: se vi piace davvero un runner, non sorpassatelo mai per nessun motivo, neanche se lui si ferma ad allacciare la scarpa. Neanche se siete più veloci di lui. Fategli credere, almeno per i primi tempi di impegnativa conquista, che lui è il più forte e voi siete il sesso debole.
Per tutti: la seduzione e le cattive sorprese tra runner non esistono più. Una volta, per il primo appuntamento, una donna andava in sbattimento per il vestito da mettere e la ceretta da fare già da una settimana prima del fatidico incontro. Oggi la runner si mostra esattamente com’è, se non peggio. Con completini aderenti o legging che poco lasciano all’immaginazione e che non nascondono proprio nulla, neanche un’eventuale accenno di cellulite. E con una bella fascia antistupro che raccoglie i capelli e lascia scoperto un volto senza trucco e una faccia intrisa di sudore e sfatta dalla fatica di fine allenamento. Ma se la apprezzerete anche così, la situazione può solo migliorare e mai peggiorare. E allora sarà vero amore.
Per lui: un primo appuntamento senza un fiore è come una gara senza pettorale. Invitatela a correre una facile 10 km e per non rischiare di fare figuracce, vedete di arrivare un po’ prima di lei. Infine impressionatela aspettandola al traguardo con una rosa. Basta davvero poco per fare felice una donna.
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Domenica non avevo voglia di partecipare ad alcuna gara. Così ho fatto quello che molte mamme runner fanno spesso per questioni di tempo e organizzazione. Sono uscita alle 7 del mattino per i miei 10 km. Che bella Milano quando si sveglia lentamente. Quando l’aria è fredda e tersa i colori dell’autunno si accendono di più. Sono rientrata a casa e mia figlia dormiva ancora. Così, dopo una bella doccia calda ho pensato di prepararle una colazione golosa e anche energetica.
La colazione “fatta bene” della domenica è un rito ormai, e quando Arianna si sveglia si aspetta sempre che in cucina ci sia qualcosa di speciale. Per questo, quando sto via tutta la mattina per partecipare a qualche gara, sono un po’ dispiaciuta. Ma in genere rimedio anticipando questa consuetudine al sabato.
Mentre decidevo cosa prepararle, ho fatto questo pensiero: se usi il cioccolato, nulla di cattivo può uscire dal forno. Poi mi sono lasciata ispirare dalla rivista comprata al biologico e sono venuti fuori i brownies con avocado e nocciole. Facili da preparare, sono davvero buoni e, in questa versione, anche senza glutine. Personalmente non amo il cioccolato extra fondente. Ho usato il fondente al 60%. Vi lascio la ricetta. Buon lunedì! 🙂
Ingredienti:
60 g di farina di riso
30 g di fecola di patate
3 uova
200 g di cioccolato fondente
160 g di avocado (circa 1 e mezzo)
70 g di nocciole
50 g di zucchero di canna integrale
Procedimento:
Fondere il cioccolato fondente nel microonde o a bagnomaria e lasciarlo intiepidire. Montate molto bene le uova (a temperatura ambiente) con lo zucchero con una frusta (io uso il Kitchen Aid). Incorporare l’avocado frullato, la farina e la fecola. Infine unite a filo il cioccolato fuso. Mescolate bene e aggiungete 50 g di nocciole tagliate grossolanamente. Foderate una teglia non tanto grande con carta forno, versate il composto e prima di infornare a 180° per 20 minuti, versate sulla superficie i restanti 20 g di nocciole, sempre tritate grossolanamente. E ora immaginatevi in casa, mentre fuori si gela, con un bel maglione over size, una tazza di tè caldo e questi meravigliosi brownies per addolcire la giornata.
Namasté
(la ricetta è di Monique Donnet)