Quando prepari una gara quello che ti dicono di fare per tenere alta la motivazione è visualizzare il traguardo, il momento in cui passi il famoso confine e ti lasci la fatica alle spalle, dando libero sfogo alla gioia e alla soddisfazione. Eppure io il traguardo della Mezza Maratona dell’Alpe di Siusi non sono mai riuscita ad immaginarlo, nonostante il coach, che in questo mese di preparazione mi ha sempre seguito, mi descrivesse il percorso durante le nostre uscite pomeridiane, chilometro per chilometro, per farmelo assimilare nella testa ancor prima che nelle gambe.
Ma ci sono cose che vanno al di sopra della nostra immaginazione e sono inimmaginabili proprio perché sono reali. Come quel fiato cortissimo che ti sorprende già ai primi chilometri, tipico di una milanese che si improvvisa a correre a 2000 metri. Come gli incoraggiamenti degli amici durante il percorso, e per la precisione durante le salite più toste. Pier e Elena, grazie! Come le perle di saggezza del coach nei momenti più faticosi: “Nelle salite, quando è il momento di camminare lo dobbiamo stabilire noi, non lo devono decidere le gambe, in questo modo la nostra “scalata” sarà più efficiente”. Lo stesso coach che conosce alla perfezione le tue debolezze, e quindi le anticipa e magari le frega anche.
Come quella maledetta salita per arrivare al traguardo gli ultimi 200 metri, quando ormai ti sei già detta mille volte “ce l’ho fatta”. E invece no, eccola lì, ripida e impietosa ad aspettarti, per mettere alla prova le gambe e la testa ancora un’ultima volta. Ma tu la freghi e la corri tutta fino alla fine, perché il coach accanto alza la voce già sapendo che potresti mollare e perché alla fine di quella salita ci sono le amiche che fanno il tifo per te. Come l’accoglienza e il calore degli altoatesini, quelli di Christine Senoner e Daniela Kramer dell’ IDM SudTirol Alto Adige e Carmen Seidner dell’Alpe di Siusi Marketing, donne intraprendenti e forti che hanno creato una sinergia e un’organizzazione perfetta studiata nei minimi dettagli, dando vita ancora una volta a un’edizione della gara, la sesta, spettacolare. Come quella “brutta persona” di Carlo che ci ha dato una bellissima opportunità. Come la percezione dei chilometri, che passano veloci, mica come le gare di città dove le distanze sembrano sempre allungarsi. Come le persone incontrate lungo il percorso, poche ma buone, turisti e locali che insieme sono riusciti a superare di gran lunga il tifo del pubblico milanese, anche se sappiamo che non ci vuole molto. Come quel vasto altopiano che ti lascia senza fiato, ancor più di tutte le salite che hai affrontato per arrivarci. Lo spettacolo della natura lo si vede bene a 2.400 m. ed è tutto lì per te, devi solo respirare e fondo e goderti il momento, con quella sensazione di aver avuto un grande privilegio.