Nati per correre

Salve a tutti amici corsaioli! Occorre che mi presenti, il mio nome è Gianmarco, ho 20 anni e sono uno studente di Giurisprudenza. Ho deciso di realizzare questo breve stralcio per condividere con voi la mia esperienza da runner. Mi piace definire la corsa come una dea: una volta che la adori difficilmente ti potrai convertire. Il mio rapporto con la corsa è come un’eterna poesia. Ogni uscita è un passo per completarne i versi. Wikipedia definisce la corsa come un’attività posta alla base di tutte le altre, “l’andatura umana o animale composta da una prosecuzione di balzi”. “Born to run” canta Bruce Springsteen, “nato per correre”. Ebbene si, la corsa è lo sport più elementare da praticare; da bambini lo step successivo al camminare è proprio correre.

 

Dopo questa “filosofica” introduzione, voglio concretamente parlarvi del mio approccio alla corsa. Il primo passo, sembra banale dirlo ma è correre, correre, correre. Per apprezzare davvero la corsa, questa deve diventare un’abitudine; così è stato per me. La difficoltà iniziale era quella di uscire di casa e correre; una volta uscito e terminato l’allenamento, gioivo e gioisco come un bimbo. Le prime corsette erano blande ( forse blande è addirittura esagerato), correvo per circa mezzora e ad ogni uscita mi prefiggevo di far “balzare” le mie gambe per cinque minuti in più. Dopo tre mesi intensi ed interessanti ( sportivamente parlando) sono arrivato a correre di continuo per circa un’ora e mezza. Andando avanti, vorrei iniziare a fare degli allenamenti mirati ma senza uscire dalla dimensione “del runner per passione”.

Oggi viviamo in un mondo dove possiamo alimentare le nostre passioni grazie al web. In particolare mi riferisco a blog come “Run in the City”, un corsa-blog che grazie ad utili consigli e recensioni ha incentivato in me quella devozione alla “Dea Corsa”.

Il mondo ormai è runner, basti pensare che le adesioni per partecipare alle gare più blasonate raddoppiano di anno in anno.

La fatica quando si inizia, dopo le prime uscite, è veramente tanta. Specialmente se presi dall’entusiasmo si inizia a “balzare” un po’ troppo o un po’ troppo veloce. È indispensabile approcciarsi alla corsa ascoltando i campanelli d’allarme del proprio corpo in modo da rispettarlo e prendersene cura. Come ogni attività di endurance (resistenza) il fattore psicologico è fondamentale. Durante le prime uscite, con il passare dei minuti, percepivo uno sconforto mentale. Per scavalcare agevolmente questo muro mi pongo sempre un obiettivo per esser stimolato maggiormente; quando lo raggiungo sono straordinariamente motivato per la corsa successiva. Infine più che un consiglio vorrei porre un invito a tutti coloro che si approcciano a questa arte: per realizzare l’arte della corsa è necessario divertirsi. Alla base di questa attività di base (scusate il gioco di parole) vi è il divertimento. Il divertimento che muta in dipendenza sportiva e ti fa correre anche con il cattivo tempo.

Ora è arrivato il momento di correre, è arrivato il momento di andare a venerare la “Dea Corsa”.

Gianmarco Crugliano

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