Ultimamente molti di voi mi fanno sapere che non trovano motivazione per correre. Questa pandemia ha lasciato tutti un po’ spaesati e se per caso qualcuno pensava che la quarantena fosse solo una sorta di “blocco del tempo”, si sbagliava.
Niente tornerà come prima. Noi per primi, non siamo più quelli di prima. Esattamente come per i nostri allenamenti, così anche per la nostra testa è necessario ricominciare tutto da capo.
E ricominciare da capo in realtà può essere un’incredibile opportunità.
Perché le gambe sono meno elastiche e il fiato è corto. Ma la testa da atleti e l’impostazione mentale all’allenamento, sono sempre quelle. Sapete cosa vuol dire resilienza, conoscete il sacrificio di quella sofferenza che vi porta oltre la fatica e vi fa stare meglio. Sapete opporvi alla voglia di fermarvi quando le gambe o il fiato sembrano esserci più.
E allora ricominciamo. Ma facciamolo meglio di prima. Anche se molti di noi hanno bisogno di un obiettivo chiaro e di una gratificazione. La gara, la medaglia, la sfida. La gara virtuale, per carità va bene, anche se non è esattamente la stessa cosa.
Ma come dice il coach Alessandro Arboletto: “Dove finisce la gara inizia la disciplina”.
E allora cerchiamo di ricordare che correre non è solo un esercizio fisico, ma soprattutto mentale. Cerchiamo di ricordare perché avevamo iniziato quel lontano giorno. Forse molti di voi se lo ricordano. Non per vincere una gara, non per registrare numeri su un GPS.
Per dimagrire, per sfogare lo stress, per dedicarsi del tempo, per mettere a posto la coscienza, ma comunque per voi. Solo per voi e per il vostro benessere psico-fisico.
Ricominciare da qui è un buon punto di partenza. La corsa fine a se stessa è difficile da approcciare per chi ha sempre in mente sfide nuove. Ma potrebbe aiutarci a ritrovare quel piacere puro che ci ha fatto muovere i primi passi.
Ascoltare la musica, lasciare il GPS a casa, intraprendere un percorso nuovo, potrebbe portarci più lontano di quanto pensiamo.
E poi per aumentare distanza e fiato c’è sempre tempo, magari per l’autunno, quando le temperature iniziano ad essere meno calde e possiamo iniziare a segnare qualche gara a calendario.
Nel frattempo è meglio lavorare molto gradualmente sul miglioramento della nostra condizione fisica. Distanze improvvisate ed esagerate non servono a nulla (a meno che non rientrino nel discorso del nostro benessere), se non a incappare in fastidiosi infortuni.
Privilegiare distanze brevi con fartlek e interval training, continuando a lavorare sul potenziamento muscolare e sulla mobilità articolare. Privilegiare la qualità dell’allenamento rispetto alla quantità. Ricordando che la corsa in fondo è solo uno dei tanti tasselli che compone una preparazione atletica. Questo potrebbe essere il modo giusto di ricominciare.
Nike Air Zoom Pegasus 37
Con la scarpa giusta non è difficile ricominciare bene, e loro, le Pegasus 37, sono arrivate proprio alla fine del lockdown, quasi a dire: siamo pronte a farti correre di nuovo.
Questa scarpa, nata nel 1983, è conosciuta e apprezzata da sempre dai runner come scarpa affidabile. Personalmente ero rimasta alla versione 35 e mi era piaciuta un sacco. Ma in 37 anni la Pegasus ha avuto ad ogni aggiornamento piccoli cambiamenti che l’hanno portata, nella versione attuale, ad essere una scarpa davvero eccezionale.
La vestibilità è ottima per il mio piede esigente. Non stiamo parlando di una calzata stretta, assolutamente, per cui chi ha la pianta larga si troverà benissimo. Diversamente, è meglio andare a provare il modello direttamente in negozio per essere sicuri di acquistare il numero giusto.
L’ unità Zoom Air a tutta lunghezza, nella 37 è stata posizionata solo nella punta del piede (è qui infatti dove serve di più il cuscinetto, e dove avviene il contatto con il terreno). L’unità è due volte più spessa del cuscinetto Zoom Air della Pegasus 36 e offre quindi maggior ritorno d’energia.
La vera novità della Pegasus 37 sta nella tecnologia Nike Air Zoom combinata con la schiuma React dell’intersuola. La schiuma React è più leggera, reattiva e resistente rispetto alla precedente schiuma Cushlon. I runner con un buon passo la apprezzeranno.
La tomaia semitrasparente e traspirante dona leggerezza alla scarpa e un look “peso-piuma”. I dettagli cangianti tono su tono e i colori pastello la rendono davvero elegante, con la sfumatura di colore sulla parte laterale della scarpa che accentua il posizionamento della unità Air Zoom nella punta. Anche il mesopiede è migliorato, con una fascia intermedia adatta a sostenere il piede.
Il modello mantiene, come nella versione precedente, il collare sul tallone che si assottiglia dal tendine di Achille.
Con un drop di 10 mm, la Pegasus 37 è una scarpa neutra adatta per l’allenamento quotidiano. E per ritrovare la motivazione.