Nike Vaporfly 4% Flyknit e la fuoriclasse della maratona

Quando l’ho intervistata alla vigilia della maratona, Vivian Kiplagat mi ha timidamente svelato il suo obiettivo di tempo per conquistare ancora una volta Milano. Per chi non la conosce, Vivian, atleta Nike, ha vinto l’edizione 2018 della Milano Marathon con un tempo di 2h 27’07”. Kabuu Lucy, arrivata prima di lei per soli 6 secondi, è stata squalificata per doping dopo qualche mese dalla vittoria e le ha passato lo scettro.

“Improve this year” mi ha detto in un inglese incerto. Le ho chiesto di quanto. Ha sorriso: “twenty five”… L’ho guardata con ammirazione. Tagliare il traguardo con un tempo di 2h 25′ significa togliere altri due minuti al suo PB, e a quella velocità e per 42 km non sono pochi. Questi atleti ai nostri occhi sembrano degli alieni. Ce li immaginiamo correre negli sconfinati campi africani fin da bambini. In realtà Vivian mi dice che ha iniziato a correre solo nel 2015.

Le ho chiesto se è solo un lavoro questo per lei, o riesce in tutti quegli allenamenti a ritrovare anche il puro piacere del gesto atletico. Questa volta mi ha risposto decisa. Per lei correre è un lavoro che le permette di aiutare la sua famiglia. Kenyana, e con due figli, classe 1991, Vivian ha realizzato il suo primo PB alla Lago Maggiore Half Marathon (1:09:05 marzo 2017) e da allora sono stati solo successi. Il resto è già storia. Perché Vivian domenica scorsa ha vinto anche l’edizione 2019 della Generali Milano Marathon, in 2h 22’25”, superando di altri tre minuti le sue previsioni dichiarate poco prima.

Infine le ho domandato che scarpe usa per allenarsi e che scarpe invece usa in gara. In allenamento la sua scarpa prediletta è la Nike Air Zoom Pegasus Turbo, che nell’intersuola utilizza la stessa schiuma ZoomX della Nike Vaporfly 4% . Ma quando deve dare il meglio di sé e vincere, indossa le Nike Vaporfly 4% Flyknit.

Nike Vaporfly 4% Flyknit

Nate con Breaking 2, il progetto di Nike per abbattere il muro delle due ore sulla distanza della maratona, le Vaporfly 4% sono state indossate due anni fa da Eilud Kipchoge, che ha corso all’interno dell’Autodromo di Monza in condizioni “gara” ottimali concludendo in 2h 00’e 25″. Il muro non è stato abbattuto ma è attualmente il tempo più veloce della storia (non riconosciuto ufficialmente).

Huber Rossi

Ma cos’hanno queste scarpe di così incredibile? Nike Vaporfly 4% Flyknit è stata progettata con l’obiettivo di aiutare i maratoneti più veloci del mondo a ottenere la miglior prestazione di corsa possibile. Presenta infatti la schiuma Nike ZoomX, che è ultra leggera, morbida e capace di garantire un ritorno di energia fino all’85%, e una piastra incorporata ricurva per tutta la lunghezza in fibra di carbonio, che ne aumenta la rigidità garantendo così una sensazione di propulsione. Insieme, questi due fattori garantiscono in media un miglioramento del 4% nell’economia della corsa, rispetto alle più veloci scarpe da corsa di Nike precedenti.

Come ha spiegato il preparatore atletico Huber Rossi durante la presentazione del modello, ciò che è importante per un atleta non è solo avere un buon motore, ma anche avere una corsa efficiente che faccia spendere meno energia possibile. In questa economia contribuiscono il peso dell’atleta, i tendini abbastanza lunghi da immagazzinare energia elastica e una scarpa adeguata. Leggera innanzitutto, 100 g in meno di scarpa corrispondono a 1-2% di energia guadagnata. Le scarpe da gara pesano tutte al di sotto dei 200 g (Vaporfly è 184 g). Lo svantaggio delle scarpe leggere da gara è quello di essere molto “secche” e con drop basso, e nelle maratone, dopo 30 km, quando subentra la stanchezza, queste caratteristiche potrebbero rappresentare un problema, soprattutto per gli amatori.

Con la Vaporfly 4% , e grazie alla sua schiuma speciale, la sensazione è comunque quella di avere ai piedi una scarpa comoda e di non avere i piedi a contatto con il terreno. La chiave sta nel listello in carbonio che svolge la sua funzione nella spinta fornendo quel famoso 4% in più di efficienza. Huber, scherzando su questo aspetto, parla di una scarpa “dopata”, che aiuta tutti a correre più veloce, dal professionista all’amatore. Aiuta a correre di centro piede e a stare protesi in avanti con il corpo, a usare meno il tallone e quindi a evitare di “frenare”, ad avere tempi di contatto con il terreno inferiori. Il drop 10 mm inoltre protegge il tendine d’Achille, ma la reattività, grazie al carbonio, non è compromessa. In questo senso la scarpa è trasversale, adatta sia al campione di maratona che all’amatore (di qualsiasi ritmo).

Cosa mi è piaciuto della Nike Vaporfly 4% Flyknit? L’ho provata con le ripetute, 10 x 300. Neanche il coach, che con me ha perso le speranze da tempo ormai, poteva credere al crono e soprattutto al mio ritmo medio tenuto durante lo sforzo. Insomma, con le Vaporfly si vola. E in più sono comode, grazie anche a una tomaia (sistema Flyknit) leggera e morbida che avvolge il piede supportandolo, tenendolo fermo durante il processo della rullata

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