Roma Ostia 2017: settima settimana di preparazione

Cominciamo dalla fine. Avete mai provato a correre per chilometri e chilometri lungo il Naviglio Grande? Ieri era la volta del lungo della domenica e per me che sto preparando una mezza, direi lunghissimo. 21 km da Milano a Gaggiano (e ritorno), tutti dritti e infiniti. Conosco a memoria i tratti del paesaggio che cambia, so scandire i km dai ponti e dai cavalcavia. Ogni filo d’erba e ogni panchina, sono talmente noti e prevedibili che la percezione del tempo e dello spazio si dilata. La strada si allunga e se sei da sola, i km percepiti sono di gran lunga superiori a quelli realmente fatti. Uno strazio insomma. Per fortuna ho avuto il sostegno di Rita, soprattutto verso l’ultimo chilometro quando le gambe non ne volevano più sapere.

Il consiglio del Coach Alessandro Arboletto

“Progressione, questa sconosciuta! Sembra sempre una cosa da vecchi libri di corsa, di quei consigli da nonni, da padri o magari da mamme troppo premurose: “Parti Prudente…!”. Eh si, andare in progressione non è più di moda, ma ancora oggi la trovo la maniera migliore di affrontare le distanze medio lunghe, intendo dalla mezza maratona in su. Arrivare con calma alla velocità di crociera, per poi spingere in affondo nel finale, non solo vi farà dosare al meglio le energie durante la gara, ma avrà anche l’enorme vantaggio psicologico di vedervi accelerare mentre gran parte del gruppo tenterà di mettere insieme i pezzi per trascinarsi al traguardo.
A parità di tempo impiegato, ricorderete sempre quella volta che alla fine vi sembrava di volare… e quegli ultimi tre Km fatti ad un’andatura da brivido! Insomma arriva forte… e tornerai a casa contento!”

Ph. credit Dino Bonelli

L’allenamento di lunedì è stato davvero speciale. Una gita a Prato Nevoso in compagnia della mia collega e compagna di tante avventure, Manuela Barbieri insieme alla bella e simpatica Justine Mattera. Uno shooting sulla neve, guidate e fotografate dal bravo Dino Bonelli, non solo fotografo e giornalista ma anche viaggiatore e sportivo appassionato. Dino ci ha portato sul percorso della gara che organizza ogni anno, la Sunset Running Race (quest’anno il 18 marzo), 10 km con 500 mt di dislivello con lo spettacolo del tramonto che si riflette sul paesaggio innevato. Abbiamo poi corso in notturna su un tratto del percorso della gara. Anche se non sono abituata alle salite importanti, alla neve e all’aria troppo ricca di ossigeno (abituata come sono alle emissioni velenose di Milano), è stata sicuramente un’esperienza molto bella e unica.

ph credit Dino Bonelli

Giovedì sono arrivati i fartlek rombo. Quando la domenica o il lunedì arriva l’email del coach con il programma della settimana, non ho il coraggio di aprire subito la tabella. La guardo velocemente come se scorgere di sfuggita i numeri segnati, rendesse più dolce il verdetto. Il rombo era nella mia testa da domenica sera. 200-400-600-800-1000-800-600-400-200. Ecco il racconto del coach Alessandro:

“Mentre il giovedi continuiamo a studiare geometria, questa volta abbiamo imparato che l’area del Rombo a volte non basta a contenere l’aria necessaria per svolgere tutte le ripetute descritte su di un ovale.
Il sabato questa volta è stato dedicato al recupero, un giorno di tregua prima dei 21km della domenica. Siamo arrivati al lunghissimo in preparazione della Roma-Ostia! La gran parte del gruppo si è trasferita a Salsomaggiore per parteciapare
alla Mezza di Fontanellato, mezza maratona inserita nella giornata della Maratona delle Terre Verdiane, altri si sono “sciroppati” i 21km sul naviglio grande in autonomia…
Il gruppo di Salsomaggiore ha trovato un bel clima ad attenderlo, sole e cielo limpido, con una temperatura rigida che invita davvero a correre. Il percorso a dir poco filante ha portato tutti a tenere buoni ritmi senza neanche spingere fino in fondo l’acceleratore, sono fioccati i P.B. e sarà arduo, a questo punto, migliorare a Roma. Ma la sfida ora si fa davvero interessante.
Chi ci stupirà sotto lo striscione della Rotonda di OSTIA? Io ovviamente lo so… ma non velo dico ora :). (Non faccio mica spoiler io!)”

E finalmente arriva il momento tanto atteso, il Runner of the Week: questa settimana lo scettro va a quel vulcano di energia: Maria Teresa Bertolli. Mentre lei afferma di non sapere ancora cosa vorrà fare da grande, molte del gruppo da grandi sperano di diventare esattamente come lei, me compresa. Donna eclettica dalle mille risorse, la descrivono come una dura dal cuore tenero, saggia, determinata e di gran classe, soprattutto quando corre.

Nata a Milano, da due genitori milanesi doc., mamma casalinga e papà commercialista. E’ sempre stata una creativa, ma per i “suoi” tempi era solo una un po’ originale. Ha studiato lingue, ha un diploma di liceo linguistico e un diploma di scuola interpreti, più una laurea in lingue. Parla francese, inglese, tedesco e russo.
Ha lavorato come interprete di russo per 8 anni, e nelle ferie estive lavorava come hostess sulle navi da crociera.
Ha frequentato una scuola di PR, ha vinto una borsa di studio, è andata a lavorare per 3 anni in una grossa agenzia. Ha fondato insieme a 4 soci l’agenzia di PR della livraghi Olgilvy and Mather, dove è stata direttore di produzione.
Ha lasciato tutto per fare 3 figli e nel frattempo, saltuariamente, lavorava come venditrice presso marchi di alta moda.
Ora dice di essere un’anziana signora che non ha ancora deciso cosa farà da grande…
Attualmente disegna, produce e vende una linea di abbigliamento donna sartoriale. É una passione che si porta dentro da quando era una ragazzina, che ha cominciato ad assecondare solo una decina di anni fa, con non poca soddisfazione. Nel tempo libero è una runner sfegatata. Stoica e forte, nulla e nessuno le hanno impedito di correre la sua prima maratona a Firenze lo scorso anno, nonostante qualche giorno prima una caduta in allenamento le sia costato un infortunio alla spalla.

Maria Teresa rappresenta la punta dell’ iceberg delle tante donne che compongono il nostro gruppo. Forti, determinate, organizzate per incastrare tutti gli impegni possibili immaginabili, spesso arrivano sul podio delle varie gare indossando la stanchezza di una settimana di lavoro, famiglia e allenamento, come fosse un abito da sera. Ecco l’intervista:

Che cosa è per te la corsa?

Come per i “runner of the week” che mi hanno preceduto, per me la corsa è un momento tutto mio, di scarico delle tensioni, di svuotamento della mente dalle preoccupazioni quotidiane, di benessere generale, ma soprattutto è la compagnia di tante belle persone con cui condividere le gioie e i dolori della corsa e della vita.

Come ti sei avvicinato alla corsa?

Ormai più di dieci anni fa, allora non lavoravo, un’amica mi invitò a correre con lei in montagnetta alla mattina due volte alla settimana. Corricchiavamo e chiacchieravamo per un’oretta e poi ognuno a casa propria. La cosa cominciava a coinvolgermi e allora decisi di partecipare ad una sessione di Corrimi, allora si chiamava “Run and health”. Entrai a far parte di un primo gruppo di runner e cominciai ad allenarmi in modo un po’ più “scientifico” e a partecipare a qualche corsa competitiva.
Da qui a fare della corsa un ingrediente indispensabile della mia vita il passo fu breve. Per finire a fare la mia prima maratona all’alba dei 61 anni.

Quali sono le tue aspirazioni/sogni nella corsa?

Data appunto la mia non più giovane età l’unica vera aspirazione che ho è di mantenere il livello di oggi il più a lungo possibile nel tempo, mi sembrerebbe già un grandissimo risultato.

Che valore dai alla corsa come metafora della vita?

La parola d’ordine è resilienza. Capacità di resistere alla fatica, e quindi anche alle difficoltà della vita, senza scoraggiarsi. Tenere duro anche quando sembra che non ci sia via d’uscita….perché poi la soddisfazione è grande e scopri risorse che non sapevi di avere. Questa è la corsa, questa è la vita.

Meglio in gruppo o da solo?

In gruppo, sempre! Perché quando non ce la fai più tu, qualcun’ altro tira per te e viceversa e poi, come ho detto sopra, per me la corsa è strettamente legata alle relazioni umane.

Hai modelli che ti ispirano oppure trovi sempre dentro di te la motivazione necessaria?

Sì ce l’ho: sul frigorifero di casa ho attaccato la pagina del corriere che parla di Ed Whitlock, 85 anni, che ha corso la maratona di Toronto in 3h56’34” É un obiettivo ambizioso che sicuramente non raggiungerò mai, ma sapere che è possibile lo trovo molto stimolante. 

Impressioni sull’allenamento che stai affrontando per il prossimo obiettivo?

E’ sicuramente un lavoro assai produttivo in generale e in particolare riguardo al nostro prossimo obiettivo.
E’ diverso da quello della maratona e, per me, anche un pochino più faticoso, ma penso sia complementare alle altre tipologie di allenamento fin qui svolte. E poi mi fido ciecamente del mio coach Alessandro, perché so che le fatiche che mi propone mi portano sempre ad un risultato.

 Obiettivo di tempo sulla mezza maratona?

L’ultima mezza maratona che ho fatto ad Amsterdam l’ho conclusa in 1h49’47”. Migliorare anche di poco questo tempo per me sarebbe già un buon risultato, anche se ultimamente qualche infortunio mi ha messo i bastoni tra le ruote!

Ne riparliamo settimana prossima. Buone corse e buon allenamento a tutti!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *