Tutto è iniziato a fine estate, dopo un pranzo tra amiche, quando qualcuno ha esclamato: “La famo?” – “Cosa?” – “La Mezza di Bruxelles! E’ pure nel piano gare MICS…”
Ed eccoci: Roberta, Cinzia, Simona e Rita.
Ma chi farà le foto a fine gara? (La prima preoccupazione). Ci penserà Rita, la stratega che, con la scusa del viaggio, ha portato in Belgio anche il figlio Alessandro, in seguito indicato anche come “il badante Ale” poiché ha tenuto a bada le quattro disperate “women in run”, dette anche Gine (dal gergo milanese: tonte).
Così il 30 settembre siamo partite per Bruxelles volo Ryanair FR2962 delle 9:00. Abbiamo preso il volo al volo… e non è un gioco di parole. Siamo arrivate al gate per ultime e prima di salire sull’aereo una squadra di ragazzotti stava aspettando noi, proprio noi… per caricare i bagagli in stiva e ritirare il carrello.
Il badante Ale all’arrivo all’aeroporto di Zaventem, 12 km da Bruxelles, si è subito reso conto del duro lavoro che lo avrebbe atteso, oltretutto non pagato, nonché del livello di storditaggine delle quattro Gine compagne di viaggio, quando si sono rese conto solo dopo mezz’ora di chiacchiere che stavano aspettando i bagagli al nastro restituzione sbagliato. Inoltre riuscire a uscire dall’aeroporto è stato un po’ come nel film “The terminal”, con Tom Hanks, soltanto che il motivo di tale difficoltà non era il colpo di stato, ma la totale storditaggine di cui sopra, ben amplificata dalla scarsa collaborazione, diciamo così, della poco empatica popolazione locale.
Comunque siamo arriviati a Bruxelles con il comodo treno proposto fin dall’inizio dal badante Ale e la città, anche se la giornata era alquanto uggiosa, ci è subito piaciuta, soprattutto al momento del pranzo!
Abbiamo trovato diversi locali carinissimi già a Place Sainte-Catherine e abbiamo scelto Ellis Gourmet Burger che ci ha proposto anche burger vegetariani. Così abbiamo rimandato le famose moules et frites a dopo la gara.
L’Expo si trovava al Parc du Cinquantenaire a 3 km dal centro, ma non volendo sprecare le nostre energie prima della gara, abbiamo preso la metro, molto efficiente e anche molto costosa, 2,10 € a biglietto. Quindi perché non usarla?
Bruxelles forse in passato ha avuto qualche influenza romana, la fermata per raggiungere l’Expo e indicata nelle info dell’organizzazione si chiama “MERODE”. Con il nostro coach romano Alessandro, non potevano mancare le allusioni ad attenderci, le foto scaramantiche e altro, non dimenticando che, badante a parte, per le foto c’era anche lei, niente di meno che la nostra Queen of Selfies: Cinzia.
Il pacco gara da ritirare consisteva nel pettorale e un biglietto per la metro. La maglietta ufficiale della gara era compresa solo per i maratoneti, ma dopo una breve occhiata, non ci ha convinte e abbiamo così accettato l’idea di tornare a casa senza.
Mentre smetteva di piovere, abbiamo fatto le foto di rito davanti al tabellone della gara, procedendo poi con la visita della città.
La Grand Place è considerata una delle più belle piazze del mondo, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, dove si trova l’Hotel de la Ville, con il San Michele che dall’alto domina la città, l’antica Casa del Pane, ribattezzata Maison du Roi con il Museo della storia di Bruxelles e le Case delle corporazioni, che raccontano la storia dei mestieri che si sono succeduti in piazza e nell’intera città: la Casa dei commercianti, la Casa dei Bouchers, quella dei Brassers (birrai, con annesso museo), la Casa dei Duchi di Brabant, la Casa dei sarti e quella dei pittori, dove Victor Hugo visse.
Abbiamo dato una sbirciatina alle Gallerie Reali di Saint Hubert e poi una passeggiata all’Ilot Sacrè (Isola Sacra), un intrigo di viuzze molto caratteristico anche se intasato di turisti e negozi di souvenir. Ma non potevamo stancarci molto, Cinzia e Rita oltretutto erano molto raffreddate e il clima nordico non ha aiutato, quindi la scelta della cena è ricaduta su un locale specializzato in ramen, un brodino e poi tutti a nanna.
Il mattino della gara fervevano i preparativi: c’è chi ha studiato il percorso, che capovolto assomigliava a un topo, chi continuava a mangiare e chi è sempre rimasta connessa. Ma eravamo tutte d’accordo su una cosa: “L’outfit della runner milanese è fondamentale, makeup incluso!”, e quindi la preparazione è terminata con un tocco di rossetto rosso sulle labbra per tutte.
La partenza era prevista per le 10,30 da Parc du Cinquantenaire. Da brave Gine, siamo arrivate in gabbia a sparo ormai avvenuto. Avevamo davanti a noi una moltitudine umana che avanzava, un atleta addirittura era a piedi nudi, e qualche Gina ha azzardato l’idea di “contare” quanti partecipanti potevano esserci. Lo speaker ha iniziato a dire i nomi dei partecipanti che sfilavano davanti a lui e non abbiamo perso l’occasione di farci notare gridando “Italy, Italy!”.
Il percorso si è manifestato fin da subito dopo lo start in tutta la sua difficoltà… aiuto!!
Dopo un paio di curve e una ripida discesa, si è presentata davanti a noi la prima salita, seguita da tre sottopassi per poi continuare in un lungo viale alberato in leggera ma continua salita che ci ha portate fuori da Bruxelles.
Abbiamo attraversato alcuni paesi come Watermael-Boitsfort e Auderghem passando di fianco a parchi con una fila di bambini che salutavano e volevano dare il cinque.
Lungo tutto il percorso, band di musicisti accompagnavano il nostro correre, perfino un violinista in uno dei sottopassi e una jazz band improvvisata fuori da un pub.
La parte paesaggisticamente più bella è arrivata attraversando il comune di Woluwe-Saint-Pierre dove abbiamo fiancheggiato il suo parco con laghetti, ponticelli in legno e salici.
Qui ci siamo ricongiunte con gli atleti della maratona che tornavano dal loro percorso che gli ha portati verso il comune di Tervuren (la coda del topo).
Il ritorno a Bruxelles ci ha viste impegnate ad affrontare ancora una volta una prima salita, per poi buttarci verso il centro con il passaggio nella stupenda Grand Place, gremita di turisti che incitavano e gridavano i nostri nomi letti sui pettorali, quindi “zigzagando” per le viuzze dell’isola sacra siamo arrivate a Boulevard Anspach dove il badante Ale ci aspettava.
Siamo arrivate talmente forte che il badante Ale non ci ha viste tutte e a malapena è riuscito a scattare un foto all’arrivo!
Il percorso ha messo a dura prova la nostra tenacia, ma siamo riuscite a portare a casa grandi soddisfazioni! Cinzia con il suo nuovo PB, le Gine/socie, Roberta e Rita, un’altra gara insieme e Simona una mezza di tutto rispetto dopo un lungo fermo ed una ripresa di soli 2 mesi di allenamento.
C’è qualcuno che sente ancora un urlo lungo i viali del percorso: “Ma non doveva essere piatta questa mezza?”
Dopo la gara ci è bastata una doccia per riprendere le energie e prepararci ad uscire di nuovo continuando la visita di Bruxelles, partendo dalla piazza du Gran Sablon e la cattedrale di Notre Dame du Sablon, capolavoro gotico.
Ci siamo sentite autorizzate a mangiare qualsiasi cosa e così siamo andate alla ricerca della famosa Wittamer, la più antica pasticceria di Bruxelles, famosissima per le gauffres, peccato però che proprio quel giorno ha prodotto ogni tipo di dolce tranne che i famosi gauffres!
Allora abbiamo puntato tutto su Pierre Marcolini che, con la sua Maison du Chocolat, ha portato le praline di Bruxelles negli angoli più remoti del pianeta.
Siamo arrivate velocemente all’ora dell’aperitivo con le ostriche, ce ne sono di 5 tipi diversi con prezzi diversi, e vino bianco per poi terminare la giornata con una squisita cena al ristorante etiope adocchiato il giorno prima.
Alla fine del weekend il badante Ale ha decretato la sua Gina preferita: Simona …“Perché mangia come me!”
Arrivederci alla prossima avventura! Chi vorrà unirsi a noi?