StraVimercate e l’essenza della tapasciata

Dopo numerose domeniche fatte di gare modaiole, avevo bisogno di staccare e compensare con una bella tapasciata. E proprio nella domenica della Deejay Ten, la manifestazione più modaiola e imbruttita di tutti i tempi, il mio atto sovversivo è stato andare a correre alla StraVimercate.

Ma cos’è una tapasciata? Il termine deriva dal dialetto lombardo ‘Tappascià’, un verbo che potrebbe corrispondere a sgambare, zampettare, camminacchiare. Sono manifestazioni podistiche di corsa e camminata non competitive e si svolgono prevalentemente nei paesini.  Spesso snobbate dai milanesi che, se tolti dal loro contesto e dalle loro abitudini vanno in crisi, sono molto apprezzate invece da coloro che devono preparare qualche gara importante tipo la maratona e hanno una tabella da seguire.

Cosa rende così speciali e amate le tapasciate? Sono l’emblema del podismo amatoriale, dell’amore puro per la corsa senza secondi fini e personalmente ammiro coloro che la domenica mattina si svegliano all’alba e anche con qualche grado sotto zero, si presentano alla partenza pieni di entusiasmo. Spesso sono veri e propri atleti che lavorano duramente, ma lo fanno in sordina, senza classifiche pubblicate o tempi da esibire, corrono sullo stesso percorso dove camminano anche mamme e figli che partecipano alla stessa ‘marcia’ e li sorpassano facendo i zig zag senza battere ciglio. (Se siete molto competitivi e avete ansia da prestazione, le tapasciate non fanno per voi). Spesso queste manifestazioni permettono di scoprire nuovi luoghi, magari vicino casa e sono aggreganti soprattutto per chi ha voglia di farsi un ‘lungo’ in compagnia.

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Ogni paesino o circolo sportivo che si rispetti, organizza una tapasciata. I volantini che le promuovono sono sempre gli stessi da trent’anni a questa parte, cambiano solo le date. Vimercate ieri ha organizzato la sua (in modo impeccabile come spesso accade). La partenza in genere avviene nella fascia oraria che va dalle 7.30 alle 9.00 am. Niente arco gonfiabile o conto alla rovescia. Esci dal cortile del centro sportivo, imposti il GPS e vai. I vantaggi di una partenza del genere sono molteplici. Quando arrivi non aspetti mai. Se sei pronto, paghi l’iscrizione (ieri 2,50 euro) e parti subito. Soprattutto quando le temperature si abbassano, non muori di freddo ad aspettare l’ora del via. Gli spogliatoi e i bagni sono spesso liberi o quanto meno non bisogna fare code infinite. Dopo la gara, i ristori finali sono sempre abbondanti e illimitati, puoi fare il bis, il tris. Spesso sono dei veri e propri pranzi, pagando qualche euro in più puoi avere risotti, tortellini e molto altro. Dimenticatevi gadget inutili o integratori nel pacco gara. C’è la pasta o il salame o il vino. Quando sono stata alla Montefortiana, la regina di tutte le tapasciate, non dimenticherò mai il minestrone e le salamelle con vin brulè nei ristori lungo il tragitto che, contro tutte le teorie del moderno nutrizionismo, non mi hanno uccisa anche se avevo ancora qualche chilometro da correre. Gli alpini e le loro mogli in quell’occasione, hanno sfamato 18.000 persone.

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La corsa di ieri a Vimercate aveva quattro percorsi di varie lunghezze: 12-17-22-30 km. Sulla strada le indicazioni con i colori del proprio percorso da seguire oppure qualcuno dell’organizzazione sempre presente sulle strade a indicare la direzione perché è capitato di ritrovarmi da sola con il mio gruppo in zone isolate e cosa strana, non avere una ‘massa’ di podisti da seguire. Ai ristori servivano acqua o tè caldo, zollette di zucchero e arance. Nessun bicchiere gettato per terra. Ho corso con la mia playlist nelle orecchie, a basso volume perché è stato piacevole passare tra i paesini della domenica mattina ancora vuoti e addormentati, sentire il suono delle campane e assaporare l’atmosfera della festa imminente, attraversare i campi e le stradine sterrate, svuotare un po’ la mente e godermi il silenzio. All’arrivo tra massaggi e ristoro, c’era anche la terza opzione della doccia calda, ovviamente senza fare code.

Ecco, di tutto questo avevo bisogno. Per molti non sarà un granché, per me come per altri invece è l’essenza dello sport. La condivisione e il divertimento senza troppi inutili rumori di fondo. Per questo sono contenta di allenarmi con un gruppo che questi valori li cura e li tiene vivi sempre.

La prossima tapasciata:

 

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