TomTom Runner Cardio, il mio Personal Trainer

La prima volta che ho indossato il TomTom Runner Cardio, è stato durante un allenamento con gli X-Runner per Emergency. Nel giro di riscaldamento ogni tanto buttavo l’occhio al mio polso tutta contenta e solo alla fine del giro mi sono accorta che mi ero dimenticata di attivarlo.

L’allenamento è poi proseguito con la divisione in gruppi, lenti, medi e veloci e quel giorno avevo capito subito che avrei fatto molto fatica a stare nei medi perché ero capitata con gente tosta. Ma ho pensato che in compenso avrei inaugurato il mio cardio in modo dignitoso.

Poco prima della corsa l’ho attivato. Abbiamo iniziato a correre chiacchierando del più e del meno poi ho quasi subito smesso di sprecare fiato. Dopo due giri non parlava più nessuno. Ogni tanto guardavo lo schermo del cardio, toccavo qualche pulsante nel tentativo di capire quanti chilometri stessimo facendo ma niente, non mi ero neanche presa la briga di capire come si illuminasse lo schermo e senza volerlo l’avevo disattivato. Così alla fine dell’allenamento, quando i miei compagni si sono girati verso di me fissando l’orologio e mi hanno chiesto: ‘Com’è andata?’, la mia risposta è stata: ‘Bene, sono le otto meno un quarto’.

E’ stato come avere a disposizione una Ferrari e trattarla come se fosse una Panda. Allora mi sono fatta coraggio e una volta tornata a casa mi sono messa a studiare. Non è stato difficile capire quali fossero le potenzialità di questo orologio. E all’allenamento successivo ho piacevolmente scoperto di avere al polso un vero e proprio personal trainer.

Il gps: la funzione ‘Quick Gps’ permette il collegamento immediato ai satelliti nel momento in cui si decide di partire con l’allenamento. Una volta attivo il gps, parte la misurazione precisa della performance con il rilevamento della distanza percorsa e della velocità (poi tramite gli algoritmi calcola la velocità media). Una volta collegato il dispositivo al pc (tramite usb) o allo smartphone (tramite bluetooth) e scaricando i dati dell’allenamento, si ottiene il tracciato cartografico del percorso, talmente preciso che è possibile notare anche gli attraversamenti di strada e i cambi di marciapiede dell’atleta.

Il cardiofrequenzimetro ottico incorporato: ci libera dal vincolo di avere una fascia cardiaca al torace eliminando i fastidi dovuti al sudore, alla scarsa tenuta se poco stretta, alle vesciche se troppo stretta. Naturalmente è necessario stringere l’orologio al polso per permettere il rilevamento del battito, ma non troppo, abbastanza da evitare il passaggio della luce tra la pelle e il dispositivo, per evitare l’alterazione del rilevamento dei dati (stiamo parlando di frazioni di secondo). Ad ogni modo, alla fine dell’allenamento viene registrata la frequenza cardiaca media e un’alterazione così minima non andrebbe a compromettere il dato finale. Il sensore ottico formato da due led e un sensore a raggi infrarossi, è in grado di analizzare il flusso sanguigno a livello capillare e tramite algoritmo lo trasforma in battito cardiaco con la massima precisione. Quando durante un allenamento si lavora sulla resistenza con allunghi, fartlek, salite o ripetute e i battiti del cuore aumentano (180/200 Bpm), il flusso sanguigno periferico si riduce e si concentra nella zona cardiaca. A quel punto il dato rilevato dall’orologio al polso potrebbe essere alterato del 10% circa. Stiamo parlando di 20 battiti di errore calcolati su una performance estrema che dura poco tempo rispetto alla durata intera dell’allenamento e il dato finale rimane comunque molto vicino al reale.

I dati finali dell’allenamento: i più importanti si posso vedere direttamente dall’orologio. Prima di iniziare la sessione c’è la possibilità di impostare il proprio obiettivo: in base alla distanza, alla velocità, al tempo, alle calorie che si vogliono bruciare, alla zona di frequenza cardiaca entro la quale si vuole rimanere e in seguito, collegando lo Sportwatch allo smartphone o al pc tramite l’applicazione MySport di TomTom è possibile analizzare tramite tabella o grafici la durata dell’allenamento, le calorie bruciate, l’andatura media al chilometro, il dislivello altimetrico, la frequenza cardiaca media, (e tramite grafico le variazioni di battito) il numero dei passi al minuto, le variazione di velocità.

Un personal trainer: lo è a tutti gli effetti. La cosa che mi piace di più è quando, dopo ogni ripetuta, indica tramite il rilevamento del battito se il tempo di recupero è sufficiente per ricominciare oppure no. Anche se spesso mi avvisa di riprendere la corsa quando ancora non sono pronta. Ma questo è un altro discorso.

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