Ogni bici è un pezzo unico, un’idea che nasce e prende forma nelle menti degli ingegneri per trovare libera espressione tra le mani di noi appassionati.
È il caso della Trek Émonda SL, uno dei telai più rappresentativi della casa di Waterloo. Semplice nelle forme, concreta nella performance, è un mezzo che si fa dare del lei per il suo portamento ma, se curata e coccolata dal principio, è in grado di instaurare un rapporto di armonia e fiducia reciproca paragonabile a pochi altri mezzi.
L’Émonda SL è forgiata con il carbonio OCLV 500 della casa americana, lievemente più pesante del fratello maggiore 700, ma solido e affidabile, una garanzia di durevolezza e affidabilità. La parola che più rappresenta questa bici è maneggevolezza, il telaio dell’Emonda va esattamente dove ponete lo sguardo, sicuramente è una bici in grado di regalare grande confidenza e grande sicurezza alla guida.
La bici si adatta perfettamente ad entrambi i sessi (con qualche piccolo accorgimento strutturale) io e Francesca l’abbiamo testata su due percorsi, il primo più pianeggiante tra Milano e il ponte delle barche, il secondo più impegnativo attorno al lago di Como.
In totale 230 km in cui sono stati affrontati, piattoni, salite, vento contrario, discese e soprattutto i primi caldi. Le bici erano montate pressoché in modo identico, gruppo Ultegra e componenti Bontrager. Unica eccezione le ruote: io monto delle Bontrager Aelous 7 in carbonio, mentre la Bus (Francesca) monta delle Bontrager Aura 5 con cerchio in alluminio e vela in carbonio…mi sembrava giusto dare un piccolo vantaggio al più anziano.
Bisogna dire che la bellezza dei km percorsi ha dato una gran mano nella gestione della fatica, queste Trek si sono sempre comportate in modo impeccabile, non hanno mai mostrato un problema o un rallentamento, durante il tragitto l’unico rumore che si poteva percepire era il sibilo delle ruote nel vento e il gracchiare del mozzo quando si smetteva di pedalare, fatta eccezione per la mia fastidiosissima voce che difficilmente riesce a star buona per più di dieci minuti.
La bici è veloce e reattiva, le sue geometrie non solo le donano molta maneggevolezza, ma anche una grande capacità di trasmissione a terra della forza che le gambe imprimono sui pedali. L’Émonda ha una forte vocazione corsaiola, non per questo sacrifica il comfort, le strade che sono state percorse non sempre erano perfettamente asfaltate ma, fatta eccezione per le fisiologiche vibrazioni che può trasmettere un telaio in carbonio, la bici non si è mai scomposta e nessuno di noi due ha mai percepito un reale fastidio o un affaticamento dovuto alla scomodità del mezzo.
Certo gli accorgimenti tecnici di Milano Cycling e l’abilità di Fabio nella messa a punto hanno fatto una gran differenza, le nostre bici erano praticamente pronto gara, ma in ogni caso la qualità e l’equilibrio di questa Trek sono evidenti e incontestabili, in qualsiasi condizione si è comportata egregiamente, spesso mettendo una pezza dove le gambe non riuscivano a metterla. La bici è un esperienza, difficile tradurre in parole quello che realmente vi può trasmettere un manubrio tra le dita.
Ogni volta che si mettono i piedi sui pedali per uscire, si è sempre con la stessa bici della volta precedente, ma spesso il dialogo è radicalmente diverso. Mi piace guardare all’Émonda come a un elegante chiacchierona, sempre in grado di tenere compagnia e, quando se ne sente il bisogno, di offrire il giusto consiglio.
Il ciclismo è uno sport meraviglioso e viverlo in sella all’Émonda offre sicuramente un ottimo punto di vista, una grande prospettiva di affidabilità e libertà, una compagna che può portarvi a spasso per le meravigli d’italia senza mai stancarvi e, perché no, farvi vivere emozioni simili a quelle che provano i professionisti. La bici è uno stile di vita, non è solo sport, ma un modo d’interpretare il viaggio, il miglior modo di godersi il percorso e non solo la destinazione.
Sergio Viganò (Dr. STRAVAmore)