********SCEMO CHI LEGGE********
Tempo fa scrissi un editoriale per Running Magazine sul running e le donne. In un mondo ancora così maschilista, quello dello sport in generale, l’avanzata delle quote rosa è inesorabile quanto inarrestabile. Donne che portano a correre altre donne, che fanno il tifo per altre donne, che scrivono delle imprese di altre donne, che si aspettano per tagliare il traguardo insieme mano nella mano, ad ogni costo e al di fuori di ogni ambizione. Che incastrano, con rocamboleschi salti mortali, i pezzi della propria vita per essere sempre presenti ad allenamenti e gare. Che si presentano sulla linea di partenza alle 8 di mattina avendo già spostato e organizzato mezzo mondo, con la stessa serenità e freschezza di chi si è appena svegliato. Che hanno coraggio da vendere e sanno ridere nelle avversità. Perché insieme alla forza mescolano la dolcezza e l’intelligenza, rendendo il mondo un posto migliore, persino il mondo del running.
Esiste poi una disciplina, quella delle ultramaratone, dove essere fisicamente superiori non basta. Occorre che la mente accompagni a ogni passo lo sforzo che sta compiendo il fisico, che lo tenga vivo per un tempo infinito. E questa forza mentale la puoi allenare quanto vuoi, chilometro dopo chilometro, ma devi anche averla come predisposizione. Allora per vincere o avere successo, essere forti come un uomo non basta più. Devi avere ben altro. E così, in questo bellissimo mondo di esaltati dove i maschietti fanno a gara sui social a chi ce l’ha più lungo a suon di resoconti Garmin, ci sono donne che lavorano in sordina a testa bassa, tutti i giorni con sacrificio e umiltà. (Non ne abbiatene a male, sto enfatizzando un aspetto negativo del running che a molti di voi non riguarda).
Un esempio? Lorena Brusamento lo scorso luglio ha partecipato alla Ultransilvania di 100K, arrivando prima. Ma prima nel senso che il secondo, un uomo, è stato lasciato indietro di circa un’ora.
Un altro esempio? Luisa Betty, classe 1987. La “Lady Run” maratoneta e ultramaratoneta, già famosa per avere corso lo scorso anno 10 maratone in 10 giorni, quest’anno si è ripresentata il 3 agosto sulle sponde del lago D’Orta per alzare ancora l’asticella e correre 10 ultra in 10 giorni organizzate dal Club Ultra Marathon. Risultato? Ogni giorno ha affrontato quei 56 km di sali e scendi incrementando l’andatura e andando sempre meglio, mentre il numero di partecipanti (uomini, lei l’unica donna in gara dei 20 partecipanti) si assottigliava di giorno in giorno a causa del caldo e della fatica. Luisa ha ceduto un po’ nella decima e ultima prova, completamente sotto la pioggia, dove il terreno scivoloso gli ha procurato una bella caduta, ma non le ha certo impedito di arrivare al traguardo e classificarsi prima in questa incredibile impresa.
L’occasione di conoscerla e intervistarla me l’ha data Sara, una sua amica, perché, già che ci siamo, smentiamo anche questa storia che le donne tra donne non ci sanno stare, che non si sanno sostenere a vicenda e sono perennemente consumate dall’invidia. E sia anche chiaro che se proprio dobbiamo scegliere a chi somigliare, l’ispirazione arriva solo da donne che, nel loro misurarsi tutti i giorni con la forza, non rinunciano mai alla femminilità. Ecco Luisa.
L’amore per la corsa a quando risale?
Qualche anno fa ho passato un brutto periodo caratterizzato da disturbi alimentari. A 18 anni avevo partecipato al concorso di Miss Italia, ero giovane e un po’ fragile, mi hanno fatto credere che per sfondare in quel settore sarei dovuta dimagrire, per rispecchiare determinati canoni di bellezza. Lavoravo già in palestra come istruttrice fitness ma non stavo bene. Ho iniziato a correre per caso dieci anni fa e ho capito subito che la corsa sarebbe stata la mia salvezza, perché grazie ad essa ho imparato a rispettare il mio corpo.
E l’amore per le lunghe distanze?
Ho corso la mia prima maratona nel 2009 con un tempo di 3h e 29′. Da allora non ho più smesso. Le lunghe distanze fanno per me, mi piacciono e mi divertono. Anche se per affrontarle ci vuole sempre una buona dose di umiltà e non bisogna mai dare nulla per scontato. Ogni gara è un’esperienza a sé. Il sacrificio per preparare una gara è tanto, soprattutto se hai un lavoro e una vita a cui dare conto. Ma ne vale sempre la pena.
Parlami delle tue 10 ultra in 10 giorni. Non sono sicura che chi affronta un’esperienza del genere sia tutta a posto con la testa…
(Ride) Spesso a noi che corriamo le ultramaratone o le 24 h ci prendono per matti. Ma a me piacciono le sfide e mi piace alzare l’asticella ogni volta. Lo scorso anno ho corso, sempre a Orta, le 10 maratone in 10 giorni, quando quest’anno mi hanno proposto la distanza ultra nella stessa formula, ho accettato subito. Siamo partiti in 20 e il percorso non era facile, chi lo conosce lo sa benissimo. Molti dislivelli, un caldo allucinante e gli ultimi due giorni a complicare le cose ci si è messa anche la pioggia. Ma io stavo bene, mi sentivo bene. Man mano che passavano i giorni ci mettevo sempre meno tempo. Ho visto un sacco di runner mollare e io invece andavo avanti. Sono molto soddisfatta, ho avuto anche i complimenti da Calcaterra, che è una persona splendida. E solo pochi giorni fa mi è anche arrivata la notizia che entrerò ne Guinnes dei primati.
Insomma, sei una donna di successo atletico e sei anche bella. Mica saranno tutti contenti dei tuoi risultati…un pochino di invidia la fai?
Mi criticano spesso. E siccome non possono attaccarsi ai miei risultati sportivi, mi criticano perché corro truccata, mi accusano di avere il seno rifatto (non è vero, ma anche se fosse?). Invece dovrebbero portarmi rispetto. Molte mie colleghe runner rinunciano alla loro femminilità per paura di perdere credibilità come atlete. Ma questo è un pregiudizio stupido di cui noi donne siamo spesso vittime. Io questa mentalità obsoleta e maschilista non la sopporto. Continuerò a correre come mi pare senza lasciarmi influenzare dai “bulli” da social network.
Bisogna portare molta pazienza. Gli uomini prima o poi se ne faranno una ragione, il mondo è nostro!
Si, ma devo dire che nel mondo della corsa ho incontrato e conosciuto tante belle persone, soprattutto nelle ultra distanze. Persone umili che ti rispettano a prescindere dal tuo aspetto e dai risultati. E poi ci sono un sacco di giovani donne che si affacciano nel mondo delle ultramaratone che mi chiedono un sacco di consigli. Io sono felice di poterle aiutare con la mia esperienza. Ci vuole un cambio generazionale.
Corri circa una maratona a settimana. Inutile chiederti quanto ti alleni, ci rinuncio. Vorrei sapere però se segui un allenamento specifico, una tabella…
Nessun allenamento specifico, nessuna tabella. Appena ho un po’ di tempo esco e mi faccio i miei chilometri. Senza Garmin, a sensazione. Ho provato qualche anno fa a fare le ripetute ma non mi sono trovata. Preferisco andare dove e come mi portano la testa e il fisico.
Bene, e dopo questa rivelazione, mi piacerebbe sapere qual è il tuo miglior tempo in maratona
Sempre senza allenamento specifico, nel 2013, 3h 11′ 07”
Segui un’alimentazione specifica? Qual è la tua cena tipo prima di una lunga gara?
Sono sempre stata vegetariana e poi sono diventata vegana per motivi etici. Ma comunque ho a disposizione tutti gli alimenti necessari per affrontare una ultra. Prima di una gara la mia cena ideale potrebbe essere riso basmati, legumi e verdura.
Domanda di rito. Prossima sfida?
Mi piacerebbe correre la maratona sotto le 3h e 30′ e mi piacerebbe farlo proprio nella città dove vivo, a novembre a Firenze.