Quando torni a dare del Tu a gambe e polmoni ti chiedi perché avevi smesso. Perché hai lasciato passare così tanto tempo dall’ultima volta.
“Non ho tempo” – “Non riesco a farlo con continuità” – “Se avessi dei compagni di corsa ” – “Forse avendo l’attrezzatura giusta…”
Le risposte prendono il biglietto e si mettono in fila aspettando il proprio turno per dire la loro. A leggerle bene sono le stesse risposte che si presentano ogni volta che senti di dover fare qualcosa di buono per te.
Risposte che si presentano puntuali, resistenti e ferme e che ti ricordano quello che ti sembra mancarti piuttosto che ricordarti quello che hai.
Parole che mettono le redini alla tua voglia o al tuo bisogno di fare e che cominciano a scomparire solo quando ti metti in moto. Sì perché le scuse si esauriscono solo quando continui a mettere un passo dietro l’altro e lasci che il battito del cuore acceleri.
Il sangue comincia a fluire più veloce e con lui scorrono pensieri, sentimenti, tossine. La ruggine ai tendini e ai legamenti comincia a togliersi e con lei si sciolgono dubbi e incertezze. Correre è una meditazione in movimento.
Pensieri ed emozioni dapprima si mischiano confusamente per poi d’incanto allinearsi e divenire chiari e potenti. Più ti muovi … più trovi il tuo ritmo. Più trovi il tuo ritmo … più comprendi che Tutto è in movimento e tu fai parte di questo Tutto.
Quiete e Movimento: opposti da tenere in equilibrio e da lasciare che si alternino naturalmente come sole e luna, come giorno e notte, come le stagioni del proprio Essere. A farti compagnia ci sono ballate di Springsteen che fanno da colonna sonora a quei dieci chilometri da calpestare per completare il tuo percorso.
O il vento che ti soffia nelle orecchie per ricordarti che sei uno spirito in un corpo e non viceversa. Alberi, erba, profumi, odore di asfalto bagnato, corsi d’acqua, sassi, strade sterrate, nuvole e cielo.
Correre è libertà. E libero sei quando sei strumento della tua Essenza e le lasci suonare la sua musica.