Tra le Obstacle Course Race italiane, Inferno Run è sicuramente la Mud Run più ‘avventurosa’. Mura insormontabili, ostacoli infernali, 12mila kg. di paglia e 300 metri cubi di fango. Il percorso di 10 km circa è costellato di ostacoli naturali e artificiali. La competizione può essere agonistica, con la possibilità di accedere agli europei, e amatoriale all’insegna del divertimento dove è lo spirito collaborativo a trionfare. Per superare gli ostacoli infatti non è sufficiente avere una buona capacità d’adattamento. Alcuni passaggi della corsa possono essere superati soltanto con l’aiuto degli altri concorrenti.
Tra atleti muscolosi, vichinghi, travestiti, barbuti, tatuati, Rambo della domenica, finti marines, energumeni indiavolati, spicca una bella ragazza bionda dal sorriso dolce, dalle fattezze delicate e dalla volontà di ferro: Ginevra Cusseau ha vinto le due precedenti edizioni di Inferno Run nella categoria donne.
Classe 1986, Ginevra è cresciuta in campagna vicino a Firenze, dove lo sport e l’aria aperta sono stati elementi fondamentali nella sua crescita. Ex giocatrice di pallavolo, laureata in scienze naturali, la sua grande passione oltre alla corsa sono la cucina, la natura e gli animali. Insomma, un travestimento ben fatto da ‘ragazza normale’ che usa come maschera per nascondere l’impavida guerriera che c’è in lei. Incuriosita e affascinata da questo dualismo, non potevo non intervistarla.
Hai vinto le edizioni 2014 e 2015 di Inferno Run, sei la campionessa in carica nella categoria donne del campionato italiano Mud Run. Com’è nata questa passione per le Mud Run? Da quanto corri?
Ho iniziato a correre tre anni fa cominciando con 4km e aumentando via via seguendo quello che la mattina mi dicevano il mio corpo e la mia testa…sopratutto la testa…se decido che oggi voglio correre 20km, cascasse il mondo, li corro tutti! Sempre tre anni fa il mio ragazzo scoprì che ci sarebbe stata una corsa chiamata Inferno Run fatta di fango e ostacoli. Non me lo sono fatto ripetere due volte! Abbiamo raccattato un po’ di amici armati dello stesso nostro entusiasmo e siamo andati! Il nostro scopo non era certo quello di vincere, ma bensì quello di correre insieme e divertirci nell’acqua e nel fango. Mentre correvamo in gruppo il mio ragazzo sentì che ero la seconda donna e mi disse di abbandonare il gruppo e correre più che potevo! Così ho fatto insieme ad uno dei miei compagni di squadra e superata la prima donna (della quale sono diventata amica), ho tagliato il traguardo da vincitrice! E chi se lo sarebbe mai aspettato?! Così dopo quella fantastica giornata, ho corso anche la seconda edizione, ed è durante queste corse che ho conosciuto Mauro che mi ha proposto di fare parte di una squadra, la Inferno Run team e di partecipare al campionato. E così, corsa dopo corsa mi sono sempre più appassionata alla bellezza e al divertimento di correre nel fango e superare ostacoli insieme a tantissime persone, chi atleta vero, chi improvvisato come me che ha iniziato a correre per gioco, chi travestito e truccato!
Che tipo di preparazione atletica è richiesta per questo tipo di gara, rispetto alla preparazione atletica di una competizione podistica classica e quali pensi che siano le caratteristiche fisiche e mentali necessarie per un atleta Mud Run?
Sinceramente non sono esperta in materia di tecniche e di allenamento non avendo mai pensato ad allenarmi in maniera mirata in vista di una gara. Ho sempre continuato a correre per piacere a modo mio, senza un fine e senza pensare a migliorare i miei tempi e la mia velocità. Non ho mai partecipato a gare podistiche che non siano Mud Run, ma posso immaginare che l’allenamento sia diverso da gara a gara. Parlando dal mio punto di vista di atleta improvvisata e dal mio modo di affrontare una Mud Run, non importano mesi di allenamento intenso e distruttivo, ma basta correre regolarmente durante la settimana,avere tanta testa e tanta determinazione! Dopo aver superato il limite della fatica fisica,le mie gambe durante una corsa del genere,vanno avanti grazie alla testa. L’allenamento che faccio io a prescindere dalle gare è: corsa ( 8,12,16 e ogni tanto 20km a seconda del tempo e delle energie che ho) intervallata a palestra per tonificare e rafforzare un po’ i muscoli. Questo per ora mi e’ bastato a togliermi le mie piccole, grandi soddisfazioni! Penso pero’ che ognuno di noi sia diverso e provando anche solo per gioco come ho fatto io, questo tipo di corse, capirà quanto e come allenarsi a seconda del proprio corpo,delle proprie potenzialità e dei propri limiti!
C’è pero’ da considerare che per ostacoli un po’ piu’ tecnici come monkey barr e corde,un buon allenamento mirato e’ sicuramente utile per risparmiare tanta fatica ed evitare di farsi male. Quest’anno in vista della finale europea in Olanda ho infatti deciso anche io di fare un allenamento mirato ad aumentare un po’ di forza fisica e tecnica. E non e’ tutto: ho addirittura iniziato un programma di allenamento seguita da Walter (mio personal trainer) per migliorare la mia velocita’ e resistenza nella corsa visto che ho sempre fatto tutto in modo amatoriale. Questa mia decisione non e’ volta tanto a vincere le gare,quanto ad essere seguita da un esperto in modo da evitare di subire di nuovo un grosso infortunio muscolare, dovuto ad un allenamento troppo intenso e senza criterio.
Nelle Obstacle Course Race le donne sono sempre in minoranza ma sono molto piu presenti (una su tre alla Inferno) che in una maratona (1 su dieci). Come ci si sente a correre tra tanti uomini forti e veloci? Pensi sia uno svantaggio o pensi di avere dei punti di forza in più in quanto donna?
La cosa bella e divertente di queste corse non è la competizione, ma il fatto di essere tutti insieme, uomini e donne e lo spirito è quello di potersi aiutare. Essere donna in mezzo a tanti uomini non è certo uno svantaggio, anzi c’è chi è sempre pronto ad aiutarti. Mi è capitato di scambiare due parole in corsa affiancando un ragazzo per poi salutarsi e continuare ognuno alla propria velocità o ricevere complimenti da uomini mentre li sorpassavo o essere salutata mentre mi sorpassavano. Una cosa è certa, è anche un bel modo di conoscere tante persone, uomini e donne che spesso ritrovi alle corse successive e con le quali ogni volta parti, corri insieme e arrivi.
Trovi che la tua femminilità venga esaltata o sminuita dal fango e da queste gare di forza?
Non mi sono mai posta il problema della mia femminilità mentre corro nel fango ma se ci penso credo proprio che in questo tipo di corse viene esaltata la femminilità di ciascuna donna nella sua massima semplicità e naturalezza.
Secondo te perché le Mud Run in Italia stanno avendo così tanto successo?
Penso che le Mud Run in Italia stiano avendo così successo perché sono una tipologia di corsa nuova che non mette in risalto la competizione ma il divertimento e la voglia di passare una bella giornata di sport e risate e sana fatica insieme a tanta gente. Insomma una corsa alla portata di tutti,sia per chi vuole semplicemente divertirsi sia per chi vuole cercare di superare i propri limiti e magari anche vincere!
Qual è stato il momento più emozionante e quale invece il momento da dimenticare durante queste due edizioni di Inferno Run?
Sono sincera,da quando ho iniziato a partecipare a queste corse non ci sono mai stati momenti da dimenticare.L’emozione inizia appena arrivi al punto di ritrovo della corsa: la musica, la gente, i travestimenti, l’aria di festa…e sicuramente i momenti più emozionanti sono la partenza e l’arrivo fra le urla e gli applausi degli spettatori.
Lo spirito delle corse a ostacoli e della Inferno Run è mettere alla prova se stessi e creare uno spirito (e una sostanza) solidale anche tra sconosciuti per superare ogni ostacolo. A te, pur correndo come competitiva, è capitato più spesso di aiutare o di essere aiutata dagli altri?
Personalmente pur correndo come competitiva l’ho sempre sentita più come una gara con me stessa, cercando sempre di superare la fatica e resistere fino alla fine, pronta ad essere aiutata e aiutare. Mi è capitato una volta di essere aiutata e una volta di aiutare. Se incontro qualcuno in difficoltà sono sempre pronta ad aiutare, è anche questo l’aspetto bello delle Mud Run!
Quanto tempo occupa nella tua vita l’allenamento necessario a preparare una Mud Run?
Diciamo che fino ad ora ho sempre vissuto la corsa come lo stimolo fondamentale per iniziare ogni mia giornata con serenità ed energia per cui ogni mattina prima di andare a lavorare, caffè, corsa, colazione. Dopo 4 mesi di stop totale per un’infiammazione acuta ho capito che “il troppo stroppia” e sto iniziando ora un allenamento mirato anche alle gare, fatto da due giorni di allenamento (corsa e palestra con esercizi per aumentare forza e tecnica per gli ostacoli) e un giorno di riposo, così per tutta la settimana.
La tua famiglia e/o il tuo fidanzato ti supportano e ti seguono durante le gare?
La mia famiglia nonostante mi prenda per matta, travolta dal mio entusiasmo ogni volta che gli racconto una nuova corsa, è felice per me, ma chi mi incoraggia di più e’ il mio ragazzo Martin, sportivo anche lui (nuotatore), che mi accompagna ad ogni corsa. Nonostante odi la pura e semplice corsa fine a se stessa, adora le Mud Run e corre con me ma come non competitivo divertendosi ad aiutare gli atri e rotolarsi nel fango.
Quali obiettivi ti sei prefissata per il 2016?
Obiettivi per il 2016? Cercare di ottenere più permessi possibili a lavoro e correre tutte le tappe del campionato e ovviamente partecipare all’imperdibile finale europea in Olanda!
Potete seguire Ginevra e correre insieme a lei il 7 maggio, quando avrà inizio la prima tappa della terza edizione di Inferno Run, che quest’anno porta i concorrenti in una spettacolare tenuta di 500 ettari a Cenaia Pisa, con oltre 20 ostacoli artificiali, fiumi, laghi e pozze di fango. Divertimento garantito, senza tralasciare lo scopo benefico. Infatti, come nel 2015, Inferno Run devolverà una fetta degli incassi alla Fondazione Bacciotti, onlus che da più di 15 anni al fianco dell’Ospedale Meyer, impegnata sia nel sostegno di progetti di ricerca medico-scientifica per oltre 800.000 € sia con il Progetto Accoglienza Famiglie. Con quest’ultimo dal 2010 viene offerta ospitalità gratuita alle famiglie (compreso il pagamento delle utenze) che si devono trattenere a Firenze per lunghi percorsi di cura.
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