Le parole sono importanti, lo diceva, anzi, lo gridava Nanni Moretti in quel famoso film. Le parole possono cambiare il mondo o semplicemente il modo di vedere le cose. Ecco allora che una sveglia alle 3 di mattina, non è più disumana ma è sovraumana. Soprattutto se quel suono incessante sta mettendo inizio a un’incredibile avventura. Quello che abbiamo vissuto alla Superhuman Academy di Brook, cercherò di descriverlo quindi con le parole giuste.
Tutto è iniziato quando siamo arrivati a Cascais in Portogallo, dopo aver fatto circa quattro colazioni dalle 3 alle 9 di mattina. Che già dopo tutti quei caffè iniziavano a manifestarsi i primi superpoteri.
Dicevo, a Cascais ci stavamo rilassando nella piscina dell’hotel facendo ironia facile su come si sarebbe svolta la giornata “da Superhuman”. Tra una pessima battuta e l’altra, qualcuno ha alzato gli occhi sulla vetrata del resort e la voglia di scherzare all’improvviso si è dissolta. Un’impalcatura montata sul tetto con corde penzolanti che scendevano lungo le vetrate e esseri umani imbragati a quelle corde che volteggiavano nell’aria come se stessero facendo la cosa più naturale del mondo. E io mi sono ritrovata a fissarli con il naso all’insù, le labbra serrate e due rughe in più tra le sopracciglia.

La Superhuman Academy è nata per fornire ai runner i superpoteri necessari per compiere le loro imprese. Chi sfida se stesso ogni giorno, chi esce dalla propria zona di comfort, chi supera le proprie paure, chi si lancia in una nuova avventura. La gente che corre è tutto questo. E siccome poco non è, Brooks ha portato la gamma Energize a un livello superiore, presentando proprio a Cascais i tre modelli che ne fanno parte: Leviate 2, Bedlam e Ricochet. Ma torniamo per un attimo alla storia dei superpoteri.

L’equilibrio
Vertical Wall – Se nella vostra vita, tra l’invio di una email, una riunione e la spesa al supermercato di fine giornata, non vi è mai capitato di penzolare imbragati a 6/7 metri di altezza lungo le vetrate di un palazzo, dovreste provare. Allora scoprireste che per nessuna ragione al mondo si deve guardare in basso, che soffrire di vertigini è solo un dettaglio, che quella sensazione che ti attorciglia lo stomaco se ne va se guardi il cielo e ti concentri sugli esercizi da fare. Si perché, vuoi non fare plank ed esercizi addominali mentre stai appeso in aria come un salame? Pardon, qui stiamo parlando di superpoteri e supereroi, e nessuno metterà mai in dubbio quanto sia più efficace per il core e per l’addome questo tipo di workout, mentre si tenta disperatamente di stare in posizione orizzontale senza cedere alla tentazione di gridare “Aiuto, tiratemi giù”…

La forza della mente
Ice bath – La seconda prova è filata liscia come il ghiaccio, altrimenti non sarei qui a scriverne. Il famoso “Ice man” Wim Hof, l’olandese che più di ogni altro resiste al freddo estremo, ci ha guidati in una respirazione propedeutica all’immersione nella vasca del ghiaccio per due interminabili minuti. Questo per dimostrare quanto la forza della mente possa guidare il corpo in qualsiasi impresa estrema e in qualsiasi condizione di stress (ma voi siete runner, lo sapete benissimo). Ebbene, una volta immersa nella vasca fino alle spalle ho iniziato sta benedetta respirazione, mentre già temevo che le mani si staccassero. Ma il segreto è: rilassarsi! Così tentavo di rilassarmi anche quando, nei primi secondi, vedevo tutta la mia vita passarmi davanti. Compreso il primo giorno di scuola, con i capelli corti, un sorriso senza incisivi e con il colletto rosa fatto a uncinetto. Dopo questa pessima immagine ho deciso di concentrarmi solo sulla respirazione. E ha funzionato. Ho scoperto che il segreto è resistere al pensiero di non farcela. Superato quel momento di crisi, passa anche il freddo. E due minuti alla fine sono volati.
Il coraggio
Tightrope walking – Credo che tutti o quasi, arrivati a questa prova abbiano almeno detto o pensato: “Ma chi me lo ha fatto fare?”. Se il nome Eskil non vi dice nulla, ve lo dico io. Uno dei più importanti equilibristi al mondo, ci ha confezionato una bella fune a quattro metri di altezza sulla quale camminare per una decina di metri. È vero, c’era l’imbragatura con tanto di sicura da tirare in caso di caduta. C’era anche la sua aiutante che ci ha pazientemente guidato nell’impresa camminando davanti a noi. La poverina avrà ancora il segno delle mie 10 unghie sulle spalle. Ma lo stesso, quelli sono stati i dieci metri più lunghi, terrificanti e sudati della mia vita.
Il ritorno di energia (con le Levitate 2)
Running experience – Mai stata così felice di correre. E sapete perché? Perché alla fine di questa giornata ero ancora viva. Lo spirito della corsa ovviamente era in puro stile “Run Happy”, con due percorsi a scelta da 5 o 10 km e con tanto di ristoro finale a base di musica e champagne. Ci siamo addentrati nella parte più selvaggia della costa portoghese, fino a scorgere l’oceano, in un’atmosfera a tratti surreale. Siccome ai piedi c’erano le nuove Levitate, ho scelto il percorso più breve per testarle al meglio con qualche falcata più sostenuta. La reattività ancora una volta non delude anzi, l’energia impiegata a ogni passo viene generosamente restituita grazie alla tecnologia DNA AMP. La vera novità, rispetto al modello precedente, è la tomaia Fit Knit che oltre ad avvolgere il piede si adatta ad esso, dettaglio molto importante per avere sempre un comfort ottimale. Avendole anche provate su un percorso di 15 km, il fit per me è perfetto, sicuramente migliorato rispetto alla versione precedente. Con un collare elasticizzato come una calza, presenta un inserto interno che evita l’irritazione della caviglia per sfregamento. All’interno, in corrispondenza del tallone, c’è una linguetta morbida che rende il contatto privo di frizioni.
La gamma Energize
Oltre alle Levitate 2, a completare la gamma ci sono anche le Bedlam e le Ricochet.
Bedlam – Anche in questo modello interviene la tecnologia DNA AMP per fornire il massimo ritorno di energia. Il supporto invece è garantito dal sistema GuideRails che guida il corpo nel suo all’allineamento adatto. Il risultato è una minore rotazione del tallone e della tibia e del movimento del ginocchio. La tomaia in Fit Knit avvolgente si adatta alla forma del piede e fornisce una copertura dinamica del mesopiede.
Ricochet – Anche questa scarpa alimenta la corsa restituendo la massima energia impiegata a ogni passo. La tecnologia DNA AMP si combina con la BioMoGo DNA. In questo modo la scarpa risulta essere reattiva ma anche più ammortizzata. Anche la suola con la costruzione a freccia delle linee di flessione garantisce propulsione e una naturale transizione tacco-punta. La tomaia è costruita con il Fit Knit e avvolge perfettamente il piede assicurando tenuta e comfort. Il tallone contiene bene il tendine proteggendolo dagli infortuni.
La tecnologia DNA AMP
Il DNA AMP è un sistema di ammortizzazione a base di poliuretano (PU), progettato per fornire un ritorno di energia superiore. La base di questo sistema è una schiuma in poliuretano che si espande naturalmente, restituendo energia man mano che la forza viene esercitata. Questa schiuma è stata racchiusa in un rivestimento di poliuretano termoplastico (TPU) che resiste all’espansione orizzontale rilasciando energia direttamente al corridore. Questo composto ingegnerizzato fornisce quel ritorno di energia superiore che caratterizza i tre modelli sopra citati.
