Formentera – metà maggio. Il cliché dell’isola dei calciatori è stato totalmente cancellato per dare spazio a qualcosa di più reale e intenso.
Come guidare in lungo e largo per l’isola con il finestrino abbassato, e lasciare entrare l’aria che profuma di campagna misto a salsedine. Mentre osservi un paesaggio fatto di alberi di fichi, ulivi e muri a secco, e dove all’improvviso la tua strada costeggia un mare blu intenso che ti lascia a bocca aperta. E anche se dalla radio parte la canzone perfetta, tu non hai nemmeno voglia di cantare come se qualcosa, anche solo una nota stonata, potesse rovinare una tale perfezione.
Impossibile rimanere indifferenti al fascino della “isla”, come è impossibile evitare le infradito e sentire sui piedi i granelli di sabbia e il primo vero calore estivo. Impossibile evitare la birra ghiacciata a cena e tenere una messa in piega decente. Impossibile non indossare un vestito tropical-floreale. Impossibile cancellare dalla mente i colori sinceri che regala questo luogo, vividi così come sono, senza filtri Instagram. Impossibile non abbronzarsi a macchie, soprattutto se corri sotto il sole in shorts e canotta per 21 km, dopo aver passato la mattina in costume a Ses Illetes.
Impossibile non fare il pieno di energia positiva come quando ti svegli al mattino, e dal terrazzo dell’hotel Lago Dorado c’è la vista di un mare cristallino ad attenderti. Impossibile non accorgersi di essere felice.
“Ero felice, non ci si accorge mai di esserlo e mi chiesi perché l’assimilazione di un sentimento così benevolo ci trovi sempre impreparati, sbadati, tanto che conosciamo solo la nostalgia della felicità, o la sua perenne attesa.”
Il Faro della Mola si trova nel punto più alto dell’isola. La strada da asfalto diventa erba e sterrato e dopo un centinaio di metri si affaccia a strapiombo sul mare. Ed è proprio qui, dove tutto finisce, che lo scorso 11 maggio ha preso vita la mezza maratona di Formentera. In un’atmosfera di festa con tanto DJ set che nulla a che vedere con le competizioni italiane, nessuna espressione tesa, nessun controllo spasmodico del GPS nessun riscaldamento a 3.40 al km, se non quello dei runner sdraiati al sole per scaldarsi dal forte vento. Ma perché le manifestazioni sportive non sono tutte così?



Eppure quei 21 km li hanno corsi tutti chi più chi meno, in 3.000 sotto un sole cocente lungo una strada non facile dal punto di vista psicologico, sempre dritta fino al porto. Per me è stata un’esperienza incredibile, la seconda mezza maratona nel giro di una settimana, Formentera dopo Trieste, affrontata con le gambe dure e affaticate ma con la testa piena di entusiasmo, troppo presa a godere del contesto in cui mi sono immersa in questi tre giorni incredibili, per non aver provato, una volta arrivata al traguardo, un senso di gratitudine, per aver scoperto quell’isola che esisteva solo nella mia immaginazione, che profuma di vento e di finocchietto, di fico selvatico e di polpa di albicocche, di rosmarino e di pelle abbronzata.
Grazie all’Ente del Turismo di Formentera e alla Medio Marton di Formentera