I miei ultimi allenamenti sono stati molto diversi tra loro. Prima lungo i sentieri del Montestella, nel caldo afoso della città, seguendo il programma di allenamento dei coach ma soprattutto cercando di portarlo a termine in maniera dignitosa: riscaldamento, ripetute (3×2000), defaticamento e stretching.
Qualche giorno dopo è toccato alla corsa in solitaria alle 6.30 am lungo la costa degli Etruschi, tra Livorno e Castiglioncello. Nessuna tabella da seguire, l’aria fresca del mattino, il percorso non sempre generoso fatto di salite e discese con tratti lungo la vecchia Aurelia poco protetti. Ma comunque una corsa piacevole conclusasi con un bel tuffo in mare nei pressi di Sonnino.
Due uscite completamente differenti, accomunate dalla prova delle nuovissime Nike Zoom Pegasus 33.
Dopo aver corso a lungo con le Pegasus 32 lo scorso inverno, anche la nuova edizione di questo modello ormai storico, non mi ha deluso. La scarpa ha fatto il suo esordio alla Maratona di New York nel 1982 e da allora ogni edizione è stata un grande successo perché il segreto di questa scarpa è la semplicità della linea, la reattività ma anche la buona ammortizzazione e la leggerezza.
La novità della Zoom Pegasus 33 è l’intersuola dove la tecnologia Zoom Air che caratterizza la reattività, è presente sia nella parte posteriore che in quella anteriore a livello dei metatarsi e questa differenza rispetto alle Pegasus 32 si sente nella fase di spinta in termini di stabilità. La tecnologia Zoom Air è stata perfezionata negli anni e oggi si presenta come un inserto molto sottile e rigido fatto di un gas speciale e di fibre che sotto la pressione del piede si comprimono per poi tornare allo stato originale, aumentando appunto la reattività della scarpa. Inoltre l’uso della spugna Cushlon per tutta l’intersuola, rimane un classico per questa scarpa.
Per quanto riguarda la tomaia, la parte interna a contatto con il piede si presenta come un pezzo unico privo di cuciture e quindi non da fastidio, mentre lo strato superiore è più sottile e traspirante. Rinforzata anche in punta, i cavi Flywire sono stati raddoppiati per un maggior mantenimento e stabilità del piede. La scarpa risulta molto avvolgente o almeno, avendo io la pianta del piede larga, la sento così. La parte posteriore ad altezza tallone è particolare, poiché il mesh presenta una struttura a rete forata e un fondo riflettente. Il bicolore tallone /punta con sfumatura nella parte centrale, è esteticamente una scelta vincente.
La suola esterna è dotata di pistoni che aumentano l’aderenza al terreno, tasselli esagonali anteriori per una maggiore tenuta in caso di multidirezionalità e con questa caratteristica ricalca un po’ la suola della Free. I solchi longitudinali dal tallone alla punta servono per accompagnare la rullata. Le qualità maggiori di questa scarpa avendola provata in più ambiti, sono sicuramente la leggerezza e la versatilità, forse dovuta proprio alla doppia applicazione dell’inserto Zoom Air, che le conferisce reattività e ammortizzazione al tempo stesso. Per il runner con appoggio neutro, sono adatte per l’allenamento in pista ma anche per distanze più lunghe. Ancora una volta le Pegasus si anche in versione rinnovata (e migliorata) si confermano delle ottime compagne di corsa.
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