Il fallimento non esiste, è la lotta stessa a garantirti il successo
Una frase all’inizio del libro molto significativa, perché è proprio attraverso una lotta continua con i propri limiti e una buona dose di determinazione che Simone riesce ad arrivare lontano, in tutti i sensi. Dopo un inizio in sordina, in sovrappeso e senza troppe aspettative, in pochi anni l’ultra-maratoneta ha aggiunto sempre più chilometri alle sue corse e ambizioni ai suoi progetti. Ma che cosa porta un uomo al desiderio di spostare il limite ogni volta di più? Sicuramente la determinazione gioca un ruolo fondamentale, perché conduce a ottenere risultati che la razionalità umana riterrebbe impossibili. Simone Leo è l’unico atleta al mondo ad aver completato le “Seven Sisters”, le sette ultra più difficili. Un’avventura che ha raccontato in un libro: “Spostando il limite”.
Simone ha la tenacia dei licaoni, capaci di correre per giorni nelle zone aride senza l’ausilio dell’aria condizionata. (Giovanni Storti)
Tutto ha inizio nel 2011 con l’esordio alla sua prima 100 km, il Passatore. Un “viaggio” duro affrontato senza una preparazione adeguata. Ma comunque una sfida a fare di più e a fare meglio.
Nel 2013 arriva la prima “sorella”, la Ultrabalaton, 212 km intorno al lago di Balaton in Ungheria. Affrontata dopo aver corso, solo sei giorni prima, la 100 km del Passatore. Un modo originale per festeggiare il suo addio al celibato. L’anno seguente è la volta della Nove Colli, la seconda “sister” di 202 km caratterizzata da dislivelli importanti.
Terminata questa, il pensiero di Simone è la durissima Spartathlon, una gara per cui dovrà aspettare ancora, senza perdere tempo e chilometri però. Nel 2015 si avventura nella Milano-Sanremo, la terza “sorella”, ideata da Michele Graglia, che è stato anche il vincitore della prima edizione. 285 km in 48 ore dal Naviglio alla Riviera di Ponente attraverso il passo del Turchino.
E finalmente Spartathlon arriva nel 2016, la gara più dura in assoluto per Simone, a causa dei numerosi cancelli orari da rispettare, ma anche quella che gli ha dato più soddisfazione. E poi, rendendo possibile l’impossibile, nel 2017 torna ad Atene per la A.S.A. Atene – Sparta – Atene, 492 km, un vero viaggio realizzato, come tutti, grazie anche agli amici che gli hanno dato assistenza lungo il percorso. Nel 2018 arriva la sesta “sorella”, la Badwater, 217 km nella Death Valley caratterizzati da temperature elevatissime di giorno e di notte. Tanto da sciogliere le suole delle scarpe.

Una corsa durissima portata a termine grazie anche un’assistenza curata nei minimi dettagli e animata dall’amico e comico Giovanni Storti che lo ha accompagnato negli ultimi chilometri. Infine l’impresa unica nel suo genere, la conquista delle “sette sorelle”, si è conclusa quest’anno con la partecipazione a Brazil 135, un’ultra-maratona attraverso la foresta brasiliana che ha coronato un sogno durato anni, che non ha fermato quella linfa vitale che ogni volta porta Simone ad alzare l’asticella.
La prossima avventura infatti è fissata per fine gennaio 2020 con la Arrowhead 135 in Minnesota. Una gara in autosufficienza con slitta trainata e agganciata ai fianchi dell’atleta, con temperature che arrivano anche a -40°.
Il freddo, il punto debole di Simone sarà un limite? Non possiamo saperlo. Perché il limite non lo si conosce fino a quando non lo si affronta.