Se potessi scegliere, vivrei sempre al mare.
(Si, certo e poi dopo neanche 24 ore ti mancherebbe la città con tutto il suo casino e tutte le sue comodità).
Mah. Sarà perché sono milanese e quindi sempre un po’ imprigionata, sarà perché ho sempre vissuto in città, ma io la vita di mare me la immagino di una certa libertà, come correre sul lungomare senza respirare tutto questo smog, andare sullo stand up paddle, che se diventi bravino, quando fa freddo non cadi neanche in acqua, fare sup yoga. Proprio così, una disciplina antica come lo yoga, declinata al più moderno stand up paddle. E da quando l’ho provata, so già che la prossima bella stagione mi vedrà in mare sulla tavola, impegnata in posizioni improbabili, dicendo addio alla pagaia.
Fare yoga su una tavola instabile richiede forza e concentrazione e quindi è altamente allenante, non solo per il fisico ma anche per la mente: doppio lavoro muscolare, doppia concentrazione, doppio equilibrio. Ogni movimento parte dal centro e recluta sia i muscoli addominali che quelli lombari, ma anche i glutei. L’equilibrio è messo alla prova costantemente, il segreto è sempre il respiro, che, se correttamente connesso al movimento, mette il corpo in armonia con la mente rendendo i movimenti fluidi. Inoltre, lo sforzo consente di raggiungere uno stato meditativo in maniera costante, un po’ forzato all’inizio, in cui il pensiero è solo quello di non perdere l’equilibrio e cadere in acqua, poi, man mano che si pratica, diventa uno “stato mentale” naturale.
E c’è un’altra notizia, non occorre vivere al mare per praticare sup yoga, basta andare in una palestra attrezzata, come la Virgin Active. Meglio se a insegnare la pratica c’è la bravissima Denise Della Giacoma, surfista e insegnante di yoga, ma in mancanza di lei potete affidarvi a un’insegnante di yoga che abbia già fatto pratica sulla tavola. L’importante è avere l’abbigliamento giusto, come costumi comodi dal design studiato apposta per assecondare i movimenti della pratica, ma anche per cambiare attività nell’ambito della palestra, quindi non necessariamente essere utilizzati solo a contatto con l’acqua, ma anche per svolgere altri generi di workout. Come la linea Speedo H2O Active, pensata per l’allenamento fuori e dentro dall’acqua, un insieme di funzionalità e stile che garantisce un fitting perfetto. Inoltre i capi della collezione sono realizzati con tessuto resistente al cloro e riciclato al 100% (Powerflwx Eco), costruito per il 78% dal filato Econyl che deriva dal trattamento delle materie plastiche recuperate nei mari, tra cui le reti da pesca dismesse, inquinanti e molto pericolose per la fauna marina. La collezione H2O Active prevede due linee, la Stormza, che gioca sul design effetto acqua, nei toni del blu con dettagli arancio fluo, e la Injectwave con fantasia camouflage nei colori blu, nero, azzurro e arancione fluo. I tagli studiati per ogni singolo capo creano una collezione molto femminile e nel contempo comoda, pensata per coprire nei punti critici e quindi per sentirsi a proprio agio, qualsiasi tipo di sport si stia praticando.

La lezione con Denise è stata molto bella, faticosa ma allo stesso tempo rigenerante. A chiudere gli occhi, oltre a perdere l’equilibrio, si poteva anche immaginare di essere su una spiaggia di Maui. Al polso, per monitorare i battiti e calcolare le calorie bruciate, ci ha pensato Samsung Gear Fit2 Pro, il fitness tracker pensato per chi pratica sport acquatici e non solo. Tra i maggiori vantaggi di questo dispositivo c’è il collegamento istantaneo alla app Speedo On che misura le metriche fondamentali del nuoto (conto delle vasche e dei tempi, tipo di bracciata e tanto altro). Ma questa fitness band dotata di cardiofrequenzimetro e GPS ha ben 20 sport impostati tra i quali naturalmente anche il running ed è dotata di rilevamento automatico dell’attività. Può quindi monitorare le prestazioni durante gli allenamenti, l’alimentazione e il sonno, ma anche per diventare veri e propri coach motivazionali e compagni di vita di ogni giorno.
Namasté