C’è sempre un motivo per fare le ripetute. Sono fondamentali per migliorare sia come fiato sia come gambe, in vista di una gara o semplicemente per provare ad aumentare la nostra velocità. La mia preparazione per la Napoli City Half Marathon è iniziata e con essa c’è anche la tabella, che mi accompagnerà nei prossimi allenamenti. Ma in realtà, da quando mi alleno con i MICS, non conosco un periodo, gara o no, in cui ci sia stata una pausa da fartlek, piramidali e ripetute. Vediamoli:
Le ripetute sono esercizi a distanza o tempo predefiniti intervallate con dei recuperi fissi da fermo o in leggero recupero attivo da ripetere un numero specificato di volte. Nel caso delle distanze posso partire dai 200 mt sino ai 5.000 mt, a seconda della distanza da ripetere si definiscono Brevi, Medie e Lunghe. La velocità di ripetuta e il recupero previsto determinerà l’obiettivo, che può essere il lavoro sulla Velocità di picco o il lavoro sulla potenza aerobica. Si possono praticare anche in pista.
I fartlek come nelle ripetute, alternano fasi di corsa impegnata a fasi di corsa a ritmi più bassi, ma in questo caso senza misure o tempi prestabiliti, un po’ a sensazione cercando di variare, oltre alla velocità, anche la tipologia di terreno (Asfalto/Sterrato) e i dislivelli, inserendo nella seduta qualche salita. Qui si lavora molto sulla pompa cardiaca e sulla nostra capacità di recuperare durante la corsa. Inoltre ci troviamo nella situazione più vicina a quelle che affronteremo in gara.
Entrambi i lavori spesso mettono a dura prova sia le gambe che il fiato, ma sono indispensabili per ottenere dei risultati, se vogliamo ottenerli. No pain no gain. Quando il giorno del lavoro veloce arriva, nello zaino si mettono scarpe più leggere e reattive, soprattutto se l’allenamento si svolgerà in pista. Ultimamente il mio “mezzo” per affrontare questi allenamenti, oltre a tanta buona volontà, sono le Meraki, di 361°.
Meraki
Pensata per i runner neutri, la prima sensazione tenendole ai piedi è il comfort, una caratteristica che avevo già riscontrato con le Sensation2, grazie anche alla linguetta creata per aumentare il comfort e prevenire irritazioni. L’interno della scarpa è avvolto da una gabbia per tenere fermo il piede e ridurre i movimenti non necessari, mentre il tallone ha una protezione rigida. La tecnologia QuickFoam ormai consolidata nei modelli 361°, è un sistema formato dalla soletta, dall’intersuola e dalla suola, tre elementi uniti insieme tramite tecnologia QDP (QuickDynamic Performance System).
La combinazione di questi tre strati crea un sistema flessibile e reattivo dove il comfort rimane invariato perché il Quickfoam è una miscela di EVA e gomma incapsulata in un una pellicola di poliuretano per evitarne lo schiacciamento e quindi non perderne l’efficacia, anche dopo moltissimi chilometri di utilizzo della scarpa. Nella Meraki questa tecnologia è estesa a tutta la lunghezza della scarpa, dando un’ammortizzazione e una reattività che durano nel tempo e sono i punti di forza di questa scarpa e che la rendono ideale per qualsiasi runner, anche se, per le caratteristiche di leggerezza (240 gr – 290 gr) e reattività, sarebbe un vero peccato usarle per i fondi medi/fondi lenti lunghi.

Inoltre, per compensare la leggerezza della suola è stata inserita una placca in fibra di carbonio all’interno, questo permette di controllare la torsione ed aumentare la stabilità. Con un drop di 9 mm, la tomaia ha un nuovo mesh senza cuciture per una traspirazione elevata e con rinforzi laterali per ottimizzare la tenuta del piede. La grafica e i colori della tomaia sono bellissimi.Chi ha una buon appoggio mesopiede/avampiede apprezzerà molto il modo in cui la Meraki accompagna la falcata, insieme alla leggerezza e la reattività, che promettono una corsa performante, oltre le proprie aspettative.
