Vedi Napoli e poi corri

Inizia oggi questa rubrica dedicata alla preparazione della Napoli City Half Marathon a cui i MICS parteciperanno il 4 febbraio. Una preparazione a 360° fatta non solo di tabelle, esercizi funzionali e gare, ma anche di cultura, quella partenope appunto, resa possibile grazie al contributo di Gigi che, volta per volta, svelerà Napoli in tutta la sua meravigliosa essenza.

La prima settimana di preparazione è terminata e vorrei sottolineare che, se il martedì è sempre di ripetute, il giovedì purtroppo non è mai di gnocchi. Piuttosto l’ultimo è stato di 2 km fondo lento, 4 km ritmo gara e 1,5 km di fondo medio, con stretching finale durato il minimo indispensabile per evitare il congelamento. L’epilogo sono stati i 10 km alla Marcia del Giocattolo, una gara solidale per sostenere i bambini del Programma Internazionale per l’Oncologia Pediatrica di Soleterre, presso il Policlinico IRCS San Matteo di Pavia. Una prima edizione bella e molto ben organizzata, a cui abbiamo partecipato numerosi, con il solito entusiasmo che contraddistingue i MICS.

Si potrebbe parlare quindi di un inizio della preparazione “soft”, anche se preferirei dirlo a bassa voce. Primo perché se mi sente il coach, sarebbe capace di raddoppiare i kmin tabella in un amen, secondo perché questo è solo l’inizio e si sa, se si vogliono ottenere risultati bisogna sudare e anche tanto. E suderemo. Perciò, mentre mi preparo psicologicamente alle ripetute di domani, vi lascio con queste perle di cultura:

 “CHEST’ E’ A MANO …E CHIST’ E’ ‘O CUL D’O PANARO”

Immancabile frase che pronuncia colui che a Natale estrae i numeri della tombola mostrando prima la sua mano e poi, agitando il cestello contenente i numeri, appunto il panaro, mostrandone il fondo…il di dietro. A questo punto si può estrarre il numero e la tombola può iniziare.

L’atmosfera che si respira a Napoli nel periodo che precede Natale è assolutamente magica, unica, difficile a spiegarsi;
In ogni caso proviamo a immaginare quel momento magico, partendo dall’arrivo degli zampognari, che al suono delle zampogne, con i loro visi paonazzi, vengono ad annunciare il Natale. Il loro passaggio è accompagnato dal tintinnio delle monetine che i bambini gli lanciano dalla finestra e in qualche caso da qualche banconota rigorosamente trattenuta da una molletta per panni, che arriva così fino ai piedi dei destinatari, che non dimenticano mai di alzare lo sguardo e ringraziare
il bambino.

In città i postini raccolgono le mance e i negozi dei vicoli si riempiono di ogni ben di Dio facendo a gara in mostre fantasiose di fichi, frutta secca e salami, provoloni e struffoli, cassatine e roccocò, ortaggi variopinti, il verde dei broccoli e l’arancione dei mandarini, il bianco del cavolfiore e il giallo del melone di Natale.

Nelle vasche a terra si accavallano le anguille, strisciando e aggrovigliandosi in poco spazio, le vongole si aprono curiose emettendo brevi zampilli, muovendo nell’acqua piccole bolle. Le forti grida dei venditori animano l’atmosfera…“Vire che belli ciefal, capitone vivo! Fricceca ‘stu capitone, mo la pigliat a rezza!”. E quando provi a trattare sul prezzo del pesce, la risposta è sempre la stessa: “Signo’ quant e vera a Maronna ci perdo!”.

Ed è sempre cosi, da decenni, fin dal lontano 1865, anno in cui il napoletano don Ippolito Cavalcanti, grande appassionato di gastronomia, trascrisse questa cena della vigilia di Natale:

Vruoccoli zuffritti (broccoli soffritti)
Vermicielle aglio e uoglie (vermicelli aglio e olio)
Fritto d’anguille e calamari
Raoste vollute (aragoste bollite)
Pesce mpasticcio (pesce in pasticcio)
Arrusto de capitone (arrosto di capitone)
Caponata
Struffoli 

E, in conclusione del ricco menu, l’autore tirando probabilmente un sospiro di sollievo scrisse: E’ fenuto pe grazia di dio!

COSA VEDERE

Uno dei luoghi più caratteristici della città, a Natale in modo particolare ma affascinante in ogni periodo dell’anno e quindi anche in occasione della Napoli City Half Marathon, è sicuramente San Gregorio Armeno, la via dei presepi. Si trova in pieno centro storico di Napoli, e congiunge perpendicolarmente due antichi decumani dell’antica città greca, la Via dei Tribunali (decumano Maggiore) e la via San Biagio dei Librai (decumano Inferiore o Spaccanapoli). La si raggiunge facilmente con la metropolitana linea 1 scendendo alla fermata Museo, percorrendo poi la via Duomo in discesa.
Il nome deriva dalla vicina chiesa di San Gregorio l’Illuminatore, patriarca d’Armenia. Qui in antichità, venivano consegnate statuine in terracotta come ex voto raffiguranti il volto dell’uomo o della donna a cui la grazia era stata concessa. Attorno alla chiesa fiorirono molte botteghe artigiane specializzate nella produzione delle statuette e la tradizione è arrivata fino ai giorni
nostri, facendo divenire le botteghe della via un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati dell’arte presepiale di tutto il mondo; la particolarità è che tutti possono finire nel presepe, infatti ogni anno gli artigiani producono pezzi unici raffiguranti personaggi che si sono particolarmente messi in mostra nell’anno passato, come politici, sportivi e personaggi dello spettacolo. Quando entri a far parte del presepe napoletano, non vieni mai più tolto, è un po’ come aver preso l’oscar! Emblematico è il caso di un famoso calciatore che dopo aver fatto faville con la maglia del Napoli era stato inserito nel presepe di diritto…ebbene, il passaggio a un’altra squadra rivale, vissuto dai napoletani come un tradimento, non gli ha comunque tolto il privilegio di essere una statuetta del presepe, ma tra le braccia gli è stato inserito un cartello riportante la scritta:
“ Core ingrato”. E così sarà per sempre.

Grazie a Luigi Ruscetta per il prezioso contributo

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