Tempo fa ho intervistato Giorgio Aprà, presidente dell’ AICN (Associazione Italiana Corsa Naturale). Una bella telefonata in cui mi spiegava che, se è vero che grazie al nostro modo di correre la specie umana si è evoluta, è anche vero che l’unico soggetto ancora in grado di correre perfettamente, con un’esemplare sintonia tra il gesto atletico e la fisiologia del proprio corpo, è il bambino.
Gli adulti, vuoi per problemi e vizi posturali acquisiti nel tempo, vuoi per l’utilizzo di un supporto (scarpa) poco adeguato, vuoi per un approccio alla corsa modificato da anni di condizionamenti e da una mentalità obsoleta e radicata, spesso praticano una corsa innaturale che nel tempo porta a infortuni, se non a ridurre drasticamente le prestazioni atletiche.
Mentre qualcuno considera ancora il natural running solo una moda, nonostante sia la pratica più antica del mondo, molti invece si stanno adeguando. Un cambiamento nella mentalità dei podisti sta avvenendo gradualmente, anche con il passaggio a scarpe più minimal.
Magnifly 2 di Topo Athletic
Come tutti i modelli del brand, anche nella seconda versione delle Magnifly ci sono tutte le caratteristiche di una scrapa minimal: leggerezza (il modello da donna pesa 235 g, quello da uomo 284 g), punta larga e quindi ampio spazio per le dita e zero drop. L’altezza da terra ridotta, 2,5 cm, contribuisce a un assetto del corpo più naturale possibile. Non stiamo parlando di un avvicinamento al barefoot running, come nel caso delle FiveFingers. La scarpa in sé ha infatti ammortizzazione e un’ottima reattività grazie all’intersuola in EVA iniettata a doppia intensità. Anche l’ampia curvatura della punta aiuta la spinta durante l’intero ciclo della corsa, facilitando una tecnica più efficace (perché più naturale).
Il drop zero porta il runner a un’esperienza di corsa diversa, dove è più facile correre nel rispetto della propria fisiologia, e dove durante il gesto atletico la gamba e il piede hanno un ruolo fondamentale. La stessa punta larga permette alle dita di svolgere a dovere il loro ruolo di stabilizzatrici. Non le ho ancora usate per i medi e i lunghi, ma per i lavori di velocità sì, e devo dire che l’ammortizzazione non è mancata. E neanche la comodità, per me che sono abituata a vivere a piedi nudi e non sopporto avere le dita immobilizzate. La calzata rimane comunque ben aderente in corrispondenza della zona mediale del piede e del tallone stabilizzando il piede.
Le due uscite fatte con le Magnifly 2 ai piedi non mi hanno portato dolori conseguenti come credevo, non essendo abituata al drop zero. Questo credo sia dovuto alla struttura dell’intersuola, anche se, poiché ultimamente sto utilizzando scarpe sempre più leggere e basse nell’ottica di migliorare la mia postura di corsa, sono già abituata ai supporti minimal.
Assolutamente consigliata a chi è già abituato a usare scarpe leggere e a chi vuole migliorare l’efficenza di corsa con una postura più naturale.
Potete leggere la mia intervista a Giorgio Aprà a questo link